Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
Unica chiesa ad aver superato totalmente indenne le scosse sismiche del 28 dicembre 1908, la chiesa dello Spirito Santo non ha la stessa fortuna con la seconda guerra mondiale. Il 5 agosto 1943 (in piena operazione di sbarco in Sicilia e, quindi, nella penisola), un aereo alleato sgancia una bomba nei pressi dell’edificio sacroe delle schegge distruggono le prime quattro campate della volta a stucco. Il tetto viene rifatto quasi subito ad opera degli scillesi, utilizzando le antiche strutture lignee. La volta invece viene rifatta “a memoria” in un restauro compiuto dalla Soprintendenza ai Monumenti dodici anni dopo. A testimonianza delle antiche decorazioni in stucco della volta (opera del palermitano Gianforma), vi è la quinta campata e il catino. Tra il 1955 e il 1978, a causa dello stato d’abbandono in cui versa l’edificio, vengono compiuti alcuni furti. Vengono rubati i quadri realizzati come ex voto ed un quadro della settecentesca Via Crucis. Nel 1978 la chiesa viene sottoposta ad un nuovo restauro. Viene rifatta la copertura del tetto sostituendo le tegole antiche (fatte a mano e di bel colore chiaro) con tegole nuove (fatte a macchina e di un colore rosso poco adatto allo stile dell’edificio)e viene operata una ritinteggiatura dell’esterno (è in occasione di questo restauro che viene asportata la colomba in marmo bianco allegoria dello Spirito Santo situata al centro del timpano del portale principale e non viene più ricollocata). La notte di Capodanno del 1980 una tremenda mareggiata devasta il litorale da Scilla a Capo Vaticano. Le onde, alcune delle quali alte oltre dieci metri, distruggono la parete esterna dell’edificio ausiliario di accesso alla sacrestiae, penetrando sotto il piano di calpestio della stessa, sollevando dal basso il solaio, danneggiano soffitto e tramezzi. Abbattuta la paretee la poco solida porta laterale di accesso alla chiesa, le onde con impeto e violenza distruggono banchi, porte e confessionali. Pochi anni dopo, un altro restauro viene eseguito con lo scopo di ripristinare ciò che la mareggiata aveva distrutto. E’ rifatta (intonaco e tinteggiatura) la parete esterna lato mare ma l’edificio ausiliario di accesso alla sacrestia non viene ripristinato e al suo posto è creata una specie di terrazzino. Il restauro della sacrestia ha luogo sostituendo i solai in legno con solette in cemento armato, il rifacimento del pavimento e di tutte le porte (quelle comunicanti con l’esterno sono realizzate in ferro, a protezione da eventuali future mareggiate), mentre le scale interne in legno sono sostituite con altrettante in ferro. Con la riapertura al culto, gli abitanti del rione Spirito Santo, molto legati alla chiesa, realizzano dei piccoli lavori come la sistemazione alla meglio dell’impianto d’illuminazione e la sostituzione di qualche vetro rotto. Gli anni Novanta segnano l’inizio della rinascita dell’edificio. Vengono restaurate le pregevoli tele collocate negli altarini laterali,viene fatto un impianto d’illuminazione a norma e dopo aver collocato l’impianto d’allarme torna sul suo luogo originario (l’altare maggiore), dopo circa vent’anni, la tela di Francesco Celebrano “La discesa dello Spirito Santo”, donata da Ferdinando IV nel 1799. Contestualmente la statua lignea della Madonna dello Spirito Santo - che in attesa del ritorno del quadro era stata collocata sull’altare maggiore- viene inserita nella vetrina in legno realizzata per la sua custodia e collocata sopra il confessionale nella parete sinistra. Nel 2003, dopo il restauro avvenuto presso la Soprintendenza ai Beni Culturali della Calabria, vengono ricollocate alle pareti laterali i quadri raffiguranti le stazioni della Via Crucise, nello stesso anno, vengono cambiate le vetrate lato mare. Nel 2007, grazie ad un finanziamento regionale, iniziano i lavori di restauro dell’esterno dell’edificio. Viene sostituito l’intonaco a cemento con una malta adatta per edifici d’epoca, viene rifatta interamente la tinteggiatura delle pareti e vengono pulite e restaurate le parti in pietra di Siracusa. Anche il portone d’ingresso, ripulito dalle varie patine pittoriche sovrapposte negli anni, viene restaurato internamente ed esternamente. Dopo questi interventi, almeno per quanto riguarda l’esterno, la chiesa dello Spirito Santo può essere ammirata nel suo settecentesco splendore.
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