Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
Fra gli edifici sacri più grandi della Diocesi, la chiesa Matrice si presenta al visitatore imponente e riccamente decorata. La facciata, da completare, presenta un avancorpo composto da sei grandi colonne tronche in marmo bianco di Carrara che sorreggono un cornicione e il tetto soprastante. Nella parte superiore, all’interno di una nicchia contornata da grandi lastre di pietra, è collocata una statua della Vergine Immacolata. Si accede alla chiesa attraverso tre portoni: il centrale e i due laterali. L’ingresso è suddiviso in tre ambienti. L’ambiente di sinistra ospita la cappella della Penitenza. Nella parete centrale della cappella è collocato il confessionale e, al di sopra dello stesso, un’icona raffigurante la civetta e il gallo che simboleggiano rispettivamente le tenebre - quindi il peccato - e l’aurora, allegoria della redenzione dai peccati e della rinascita a vita nuova. Nella parete di sinistra una grande icona rappresenta la parabola del figliol prodigo mentre nella parete di destra vi è il Santo Sepolcro, sullo sfondo del quale è collocato un altorilievo raffigurante l’Agnello, sormontato dalla Croce. Sono le tre fasi della vita di Gesù che hanno portato alla Salvezza dell’umanità: Crocifissione, Morte e Risurrezione. L’ambiente centrale ospita all’interno di due nicchie illuminate due grandi acquasantiere in marmo bianco a forma di conchiglia. Nell’ambiente di destra vi è la statua in marmo dell’Immacolata (1608) posta su quello che fu il piedistallo dell’antico pulpito e affiancata da un angelo, anch’esso in marmo, inginocchiato in atto di venerazione posto su di una base di marmo istoriato. Entrambe le figure compongono la scena dell’Annunciazione, in cui Maria è proclamata Immacolata dall’angelo e aderisce alla volontà di Dio col primo atto di fede cristiano. La navata centrale è separata dalle due laterali da colonne romaniche con due lesene avanti e dietro e due semicolonne ai lati. La navata di sinistra ospita all’interno di cinque trifore le quindici stazioni della Via Crucis. Sullo sfondo, poggiante su una base che presenta sulla faccia frontale lo stemma del casato Ruffo, famiglia committente l’opera, è collocato un mezzo busto marmoreo raffigurante S. Pietro Apostolo, entrambi sorretti da una colonna scanalata seicentesca con capitello corinzio. Nella navata di destra si aprono cinque finestre, chiuse all’interno in bifore, ed una porta al centro. La porta serve da ingresso laterale e al suo fianco è collocata una grande acquasantiera di forma circolare sorretta da una colonnetta in marmo rosso con striature bianche, entrambi elementi recuperati dall’antico tempio. Le due navate laterali hanno il tetto a crociera mentre nella navata centrale è rivestito in legno. La parte superiore della navata centrale è contornata da icone dipinte. Sopra l’ingresso, una grande icona rappresenta l’elezione, la creazione e il rifiuto dell’uomo: la Trinità sovrasta la creazione che ha come centro l’uomo e il suo rifiuto. Nei quattro riquadri sottostanti vi sono altrettante icone sulle alleanze: con Noè, Abramo, Mosè e il popolo d’Israele, l’alleanza preannunciata dai profeti. Le icone sotto i matronei rappresentano la storia della salvezza. Dieci icone sul lato sinistro: la nascita di Maria, l’Annunciazione, la Visita ad Elisabetta, la nascita di Gesù, la presentazione al Tempio, Gesù tra i dottori, Gesù condannato, Gesù flagellato, Gesù incoronato di spine, la via dolorosa. Dieci sul lato destro, partendo dal presbiterio: Gesù risorge dal sepolcro, Gesù ascende al Padre, la discesa dello Spirito Santo, Pietro e gli altri apostoli testimoni del dono dello Spirito, gli apostoli arrestati e liberati da un angelo, martirio di Stefano, Filippo battezza l’etiope, la conversione di Saulo, il Concilio di Gerusalemme, lo sbarco di Paolo a Reggio. Il presbiterio ospita nella parte destra l’ambone di stile moderno ma composto da marmi antichi restaurati che, assemblati, danno un valore simbolico: la parola di Dio (bassorilievi e leggio) è come la pioggia che, caduta sulla terra (il cubo centrale), fa crescere l’uomo come un albero che porta fiori e frutti (i marmi istoriati) e l’orienta (la stella polare) all’accoglienza della parola d’amore espressa nella Croce di Gesù che è àncora di salvezza per gli uomini. Nella parte sinistra è ospitato il Fonte Battesimale, il Cero Pasquale e il tabernacolo degli Oli Sacri. Nella parte alta è realizzata una grande icona raffigurante il Mistero della Pietà (da notare il trono sostituito dal mantello e il gesto paterno di sostenere il capo di Gesù morente). Dalla Croce promanano i segni della nostra salvezza: lo Spirito, l’Acqua e il Sangue. I pilastri del presbiterio sono ornati con le icone dei Santi venerati a Scilla. Le basi sono rivestite di marmi istoriati che richiamano i pilastrini dell’altare in modo da formare come un baldacchino su di esso. Nel tetto dell’abside una grande icona raffigura la scena dell’Apocalisse della liturgia celeste. Quattro angeli che sostengono l’altare dell’offerta dell’Agnello (che riprende la Mensa Eucaristica sottostante): essi hanno i colori dei continenti. Cristo Salvatore che apre il libro coi sette sigilli ed è attorniato dai quattro viventi (i quattro evangelisti), domina la liturgia di lode cantata dai 24 vegliardi e dalla moltitudine innumerevole di salvati. Sui due pilastri interni una grande vite cresce dalla terra per l’azione dello Spirito di Gesù comunicatoci nell’Eucarestia e porta frutti di vita eterna. In fondo alla navata destra vi è la cappella del Ss. Sacramento che si rifà stilisticamente alla cripta bizantina legata al monastero di San Pancrazio che, secondo le notizie storiche, servì da prima chiesa per la comunità scillese. Al suo interno, in una nicchia lavorata in tufo, è collocata la MADONNA DELLA PORTA che apparteneva a quell’edificio. Sullo sfondo vi è l’altare e il Tabernacolo di classica ispirazione barocca. Sulla parete destra sono collocati degli altorilievi in tufo e travertino raffiguranti i “simboli eucaristici” e Gesù Maestro. Infine la Mensa Eucaristica, molto grande, è composta da pannelli di marmi e pietre dure finemente intarsiati seguendo motivi geometrici e floreali.
NOTIZIE UTILI
SUPERFICIE AULA: mq 870 POSTI A SEDERE: 400 (in n° 52 banchi) POSTI IN PIEDI: 200 TOTALE POSTI: 600
COME ARRIVARE
Sia per chi proviene da Nord che per chi proviene da Sud dell’Autostrada Salerno–Reggio Calabria, usciti a Scilla, imboccare lo svincolo di collegamento con la SS 18. Percorrendo lo stesso, la chiesa si vede sulla destra sotto il Castello. Arrivati dunque sulla statale 18, girare verso destra (sud) e, percorrendo circa 500 metri, la chiesa compare di fronte. Sia per chi proviene da Nord che per chi proviene da Sud della SS 18, una volta arrivati a Scilla, proseguire verso il castello (è facile seguirlo perché si vede da entrambe le direzioni). La chiesa si trova sotto lo stesso.
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