Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale.
All’interno della chiesa è custodita una statua raffigurante l’Ecce Homo, ossia il Cristo che, flagellato, coronato di spine e dotato di una canna come se fosse uno scettro, viene posto alla ferocia della folla. L’opera, di piccole dimensioni, è attribuita al canonico Ingegnere ed è, quindi, collocabile intorno alla metà del XVIII secolo. La base dorata è ottagonale e presenta una lavorazione floreale in altorilievo. Il Cristo, dal corpo lacerato dalla flagellazione, indossa un mantello color porpora legato al collo da una corda. Le braccia sono incrociate e i polsi legati anch’essi da una corda. Con la mano destra regge una canna. Il volto è particolarmente espressivo. I capelli sono partcolarmente lunghi, la barba è folta ed una corona di spine è conficcata sulla fronte.