Foto di copertina
Dati bibliografici
AutoreFrancesco Cuzzocrea
TitoloL'Amore sponsale nell'antropologia di Giovanni Paolo II
CollanaParola del Magistero
EditoreProgetto 2000
CittàCosenza
Anno2002


PREFAZIONE

  L’insegnamento di Giovanni Paolo II sull’amore sponsale in cui si compie la verità della persona lentamente ci libera dai pregiudizi e dalle opinioni, talvolta molto pie, che facendoci trascurare i nostri legami con la realtà deformano la nostra vita spirituale. La vita spirituale si compie nel nostro essere dono che ricevuto da se stesso (l’uomo è donato a se stesso) deve vivere secondo la logica propria del dono. Altrimenti non sarà se stesso, cioè dono. In altre parole, l’uomo è se stesso in quanto vive una vita spirituale, vale a dire in quanto si dona agli altri, il che significa che essere se stesso rappresenta un continuo e drammatico processo. L’uomo deve lottare contro tutto ciò che lo ferma nel suo hic et nunc. Solo cosi potrà conquistare se stesso.

È in questa lotta drammatica che consiste la vita nell’amicizia, nel matrimonio, nella famiglia, nella società e prima di tutto nella Chiesa, che vive e si sviluppa in queste comunioni delle persone.

Lottando per la propria identità personale, gli uomini esistono “a immagine e somiglianza” della Vita Trinitaria, che è Dio. Alla luce della dialogica Sponsalità Trinitaria, gli uomini cominciano a comprendere la sponsalità dell’essere delle proprie persone. L’uomo non è comprensibile hic et nunc. Comprensibile egli è solo nell’al-di-là. Proprio per questo staccare, anche se in conformità con le esigenze metodologiche attualmente in vigore, l’antropologia, anzi la filosofia, dalla fede e dalla teologia significa cadere negli errori i cui esiti possono essere disastrosi per l’uomo e per la società. Il coraggio di pensare filosoficamente nella fede è indispensabile perché l’uomo possa vivere illuminato dal senso della propria vita.
Don Francesco Cuzzocrea si mise in questo cammino. Ispirandosi ai lavori svolti nel “Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia” presso la Pontificia Università Lateranense a Roma, fa emergere nel suo lavoro quel momento essenziale dell’essere persona quale è la sponsalità. Lo fa in un modo personale, pur seguendo fedelmente le orme del pensiero di Giovanni Paolo II. Questo è il mistero dell’amore che unisce le persone, questo è il mistero della Chiesa. Mi rallegro con l’autore e con tutti coloro che ascoltando il racconto della sua avventura intellettuale avranno altrettanto il coraggio di viverla.



PREMESSA 

  Varcando la soglia dell’Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia, il 10 ottobre 1996, riecheggiavano limpide nella mia mente alcune espressioni di un biglietto di auguri con il quale la dott.ssa Paola Pellicanò, in occasione della mia recente ordinazione diaconale, accompagnava il volume del S. Padre sull’amore umano[1]

 La famiglia ti insegni la sponsalità feconda del dono totale di sé perché tu possa viverla: nell’intimità della tua preghiera; nella castità del celibato che hai promesso; nel servizio concreto alla vita umana e all’amore coniugale; nella lode incessante a Dio Creatore che sempre ti ha amato ed eletto.

 Diverse volte, durante il corso di licenza, queste espressioni mi condussero nella meditazione di una misteriosa frase che il S. Padre aveva pronunciato nella catechesi LXXVIII e che il mio ostinato carattere aveva scolpito in modo indelebile dentro di me:

Il perfetto amore coniugale deve essere contrassegnato da quella fedeltà e da quella donazione all’unico sposo (ed anche della fedeltà e della donazione dello sposo all’unica sposa), su cui sono fondati la professione religiosa ed il celibato sacerdotale. In definitiva, la natura dell’uno e dell’altro amore è «sponsale», cioè espressa attraverso il dono totale di [2]

 Man mano che gli studi procedevano la frase del S. Padre si chiariva sempre di più e, sempre di più, nasceva in me il desiderio di approfondire la sua impostazione antropologica, proprio attraverso la chiave dell’amore sponsale. Categorie come il corpo, la persona, il dono di sé, la communio personarum, si mostravano sempre di più i pilastri di tale impostazione, mentre l’attributo sponsale travalicava il solo stato di vita matrimoniale per riferirsi anche alla verginità per il Regno e quindi più originariamente all’umano in quanto tale.  

Quest’opera, che globalmente si propone di penetrare l’antropologia di Giovanni Paolo II, è costituita da due diverse parti. La prima parte, dal titolo Fondamenti dell’antropologia Wojtyliana[3], è una panoramica delle categorie filosofiche impiegate nell’antropologia di Giovanni Paolo II in riferimento all’amore sponsale. La seconda parte, dal titolo L’amore sponsale: chiamata di Dio e risposta dell’uomo, intende cogliere ed approfondire lo specifico teologico dell’amore sponsale in quanto Rivelazione divina e vocazione che realizza la persona nei diversi stati della vita. L’Introduzione e la Conclusione evidenziano rispettivamente le sfide dell’attuale orizzonte antropologico ed il contributo originale e prezioso del S. Padre in tale scenario.


[1] GIOVANNI PAOLO II, Uomo e donna lo creò. Catechesi sull’amore umano, Roma, 1985.

[2] Uomo e donna lo creò, discorso LXXVIII, n.4.

[3] Questo titolo non intende, come potrebbe sembrare a prima vista, sottovalutare la maturazione del pensiero antropologico avvenuta negli anni ma richiamare, soprattutto nell’apparato critico, la radice profonda di questo pensiero e di questo metodo, espressa nelle categorie filosofiche impegnate a fondamento.




PRESENTAZIONE

Mai nessun Papa ha parlato della famiglia e della dignità del Matrimonio cristiano come “il Papa polacco”. Si andava chiarendo sempre più, dopo quel suo “biglietto da visita” che fu l’enciclica Redemptor hominis, quale fosse il fondamento: lo spessore antropologico che muoveva il suo pensiero e avrebbe inevitabilmente guidato la Chiesa a cavallo tra i due Millenni.

Lo studio è frutto di un appassionata e minuziosa ricerca tra gli scritti dello studioso Wojtyla e le opere magisteriali di Giovanni Paolo II. Il risultato è un’opera facile da leggere nel testo e curata scientificamente.

Il testo infatti è molto scorrevole e semplice alla lettura, a volte giudicato “molto suggestivo” dalle stesse coppie che hanno avuto modo di leggerne qualche parte; ma è anche rigorosamente costruito su chiari e ben citati documenti. L’apparato tecnico è così ricco di note, da evitare qualsiasi rischio di pesantezza o prolissità del testo. In particolare è da segnalare la traduzione inedita dal polacco all’italiano di uno studio Wojtyliano (O Znaczeniu Milosci oblubienczej, in RocFiloz 22 (1974) fasc. 2, 162-174) chè è chiave interpretativa della continuità e delle radici dell’attuale pensiero pontificio.

Per quanto riguarda la suddivisione interna degli argomenti, si rimanda alla presentazione e al relativo indice. Le pagine dello scritto in totale sono 97 (compreso l’indice). Escluse le note, il testo occupa 93.634 caratteri (spazi inclusi), con le note 225.202 caratteri.



INDICE

 INTRODUZIONE

PARTE PRIMA:

FONDAMENTI DELL’ANTROPOLOGIA WOJTYLIANA

Capitolo I: Il carattere personale dell’essere umano

1. Dalla solitudine alla communio personarum

2. Il significato sponsale del corpo: la libertà e la bellezza

 CAPITOLO II: La Persona, l’amore e il dono di sé

 PARTE SECONDA:

L’AMORE SPONSALE: CHIAMATA DI DIO E RISPOSTA DELL'UOMO

Capitolo I: La Rivelazione dell’Amore sponsale

1. Dio e il suo popolo: la storia dell’amore sponsale

2. Lo Sposo e la sua Chiesa: il vertice dell’amore ponsale

Capitolo II: L’unità dei due nel reciproco donarsi

     1. Il dono sponsale nel Matrimonio

    2. Il dono sponsale nella Verginità per il Regno

    3. L’unico amore sponsale

CONCLUSIONE

ABBREVIAZIONI

BIBLIOGRAFIA

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 28 Agosto 2009 12:45 )