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La seguente riflessione in calce alla conferenza stampa del direttore sanitario Francica sul presidio "Scillesi d'America"

http://www.costaviolaonline.it/10263-scilla_presidio_scillesi_d_america_conferenza_stampa_del_direttore_sanitario_francica_.html

come contributo al dibattito sulle scelte dei nostri governanti in tema di sanità.

In particolare pongo in evidenza la seguente espressione:

Ma la vera novità che, sempre secondo il direttore sanitario, merita attenzione e risalto “è il finanziamento del centro di fecondazione assistita con ambulatorio di fisiopatologia della produzione di I° e II° livello , con il servizio afferente di andrologia”

 A parte il lapsus freudiano di "produzione" invece che "riproduzione", non tutti sanno cosa si intende tecnicamente per I e II livello in ambito di Fecondazione assistita:

 Le tecniche di Pma (Procreazione medicalmente assistita) si suddividono in tecniche di I e di II livello.

  1. Le prime sono caratterizzate da una relativa semplicità di esecuzione: non prevedono nessuna o solo una minima manipolazione dei gameti, e la fecondazione avviene all¹interno del corpo della donna, come nella procreazione naturale.
  2. Le seconde sono invece più complesse, perché comportano una manipolazione dei gameti femminili e maschili, e perché prevedono quasi sempre la fecondazione in vitro, cioè in provetta, e il successivo trasferimento dell¹embrione nell¹utero. La principale delle tecniche di II livello si chiama appunto Fivet, una sigla che significa Fecondazione in Vitro ed Embrio-Transfer.

Come è noto dal punto di vista bioetico le tecniche di I livello sono eticamente accettabili perché la fecondazione avviene all’interno del corpo della donna, mentre il II livello prevede la fecondazione in Vitro ed Embrio-Transfer.

L’insegnamento della Chiesa in materia di accoglienza e difesa della vita umana nascente, come anche della dignità della sessualità e della procreazione, fondandosi sulla Rivelazione e sulla Tradizione, è stato ininterrottamente unanime e fedele a se stesso fino ad oggi, tanto da potersi qualificare come un “assoluto teologico”.

Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae afferma:

«Il fatto che le legislazioni di molti Paesi, magari allontanandosi dagli stessi principi basilari delle loro Costituzioni, abbiano acconsentito a non punire o addirittura a riconoscere la piena legittimità di tali pratiche contro la vita è insieme sintomo preoccupante e causa non marginale di un grave crollo morale: scelte un tempo unanimemente considerate come delittuose e rifiutate dal comune senso morale, diventano a poco a poco socialmente rispettabili. La stessa medicina, che per sua vocazione è ordinata alla difesa e alla cura della vita umana, in alcuni suoi settori si presta sempre più largamente a realizzare questi atti contro la persona e in tal modo deforma il suo volto, contraddice sé stessa e avvilisce la dignità di quanti la esercitano. In un simile contesto culturale e legale, anche i gravi problemi demografici, sociali o familiari, che pesano su numerosi popoli del mondo ed esigono un'attenzione responsabile ed operosa delle comunità nazionali e di quelle internazionali, si trovano esposti a soluzioni false e illusorie, in contrasto con la verità e il bene delle persone e delle Nazioni. L'esito al quale si perviene è drammatico: se è quanto mai grave e inquietante il fenomeno dell'eliminazione di tante vite umane nascenti o sulla via del tramonto, non meno grave e inquietante è il fatto che la stessa coscienza, quasi ottenebrata da così vasti condizionamenti, fatica sempre più a percepire la distinzione tra il bene e il male in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita umana (n.4). Anche le varie tecniche di riproduzione artificiale, che sembrerebbero porsi a servizio della vita e che sono praticate non poche volte con questa intenzione, in realtà aprono la porta a nuovi attentati contro la vita. Al di là del fatto che esse sono moralmente inaccettabili, dal momento che dissociano la procreazione dal contesto integralmente umano dell'atto coniugale, queste tecniche registrano alte percentuali di insuccesso: esso riguarda non tanto la fecondazione, quanto il successivo sviluppo dell'embrione, esposto al rischio di morte entro tempi in genere brevissimi. Inoltre, vengono prodotti talvolta embrioni in numero superiore a quello necessario per l'impianto nel grembo della donna e questi cosiddetti «embrioni soprannumerari» vengono poi soppressi o utilizzati per ricerche che, con il pretesto del progresso scientifico o medico, in realtà riducono la vita umana a semplice «materiale biologico» di cui poter liberamente disporre» (n.14).

Interessanti i seguenti articoli sul recente incidente al centro di procreazione dell’ospedale San Filippo Neri di Roma che ha distrutto novantaquattro embrioni, cioè vite umane, e sul triste bilancio della perdita di vite umane grazie all'attuale legislazione italiana in tema di fecondazione assistita.

http://www.uccronline.it/2012/04/12/quanto-rumore-per-quei-90-embrioni-uccisi-ma-non-erano-solo-materiale-biologico/

 http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2182

Sottolineo, infine, come queste considerazioni sulle scelte sanitarie dei nostri governanti non sono un fatto puramente etico ma si inseriscono a pieno titolo nella doverosa battaglia contro lo smantellamento sostanziale dell'ospedalità scillese, proprio perchè si spostano finanziamenti pubblici da reparti esistenti ed efficienti, anzi ormai volutamente inesistenti.

Francesco Cuzzocrea, consulente etico presso il Centro Servizi Sociali per la Famiglia. Consultorio Familiare onlus di Reggio Calabria

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 26 Aprile 2012 12:42 )