Nelle parabole di Gesù, rete e luce è l’immagine del regno di Dio, che è la Chiesa e dunque noi che, come sappiamo per averlo più volte meditato, altro non siamo che Chiesa, membra del Corpo di Cristo, radunati e uniti dallo Spirito Santo per realizzare in pienezza la Volontà del Padre per tutti gli uomini. Sono quattro gli elementi della Rete di Luce: il filo che la compone, i nodi che la costituiscono, l’uso per cui è stata formata e la luce che la illumina. Il filo che la compone è l’Amore di Dio, un Amore proveniente da Lui, che viene a noi e che noi siamo chiamati a portare nel mondo; i nodi sono i nostri cuori fatti uno con Dio e tra noi. É attraverso quest’unità, riflesso della Comunione Trinitaria, che il mondo crede: «Padre… siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda…» (Gv 17, 21). L’Unità dei cuori che si viene così a formare diventa strumento di missione. La luce sottolinea invece l’aspetto del Dono. L’unità è dono di Dio: a noi è chiesto di accoglierlo e di essere trasparenza di quest’Amore che unifica affinché tutti vedano, odano e tocchino ciò che Dio ha promesso. Tutta l’Opera della Trinità nella storia della Salvezza, ha avuto, ha ed avrà sempre, come unico scopo, quello di radunare tutti i Figli di Dio che sono dispersi.

Ma uno di loro di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi». (Gv 11,49-52)

Questa parola del Vangelo è fondamentale per la nostra Vocazione, e diviene costitutiva della nostra realtà se letta unitamente a ciò che Papa Giovanni XXIII - allora Nunzio apostolico - disse ad Istanbul nell’omelia di Pentecoste del 1944:

«Gesù è morto per proclamare la fraternità universale; il punto centrale del suo insegnamento è la Carità; cioè l’Amore che lega tutti gli Uomini a Lui come primo dei fratelli e che lega Lui con noi al Padre».

Essere Comunità per l’unità significa comprendere, vivere, testimoniare e servire questo mistero: la Chiesa, luogo dell’Unità di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro! Nello Statuto della Comunità si dice espressamente che noi ci sentiamo servi della Lumen Gentium, immagine di Chiesa Luce dei Popoli che ci ha donato il Concilio Ecumenico Vaticano II. Ma allora come può articolarsi un cammino che porti delle persone a costituirsi parte dell’unica Rete di Luce? E divenire servi del Corpo di Cristo che è la Chiesa? Il Signore stesso ci ha portato a scoprire, in modo assolutamente casuale e profetico, la dinamica della Preghiera di Fondazione. Sarebbe tuttavia interessante testimoniare che ciò che importa è sapere che ci è stata donata e che, vivendola, ci siamo resi conto di percorrere il medesimo cammino compiuto dagli Apostoli per divenire Chiesa di Cristo. La scoperta fatta è semplicissima e insieme sconcertante: «Rete di Luce» non poteva nascere in modo diverso da com’è nata la Chiesa, rivivendo cioè con fedeltà biblica le stesse esperienze vissute dai primi Apostoli. La Dinamica (sequenza di esperienze) di una Preghiera di Fondazione, infatti, ha come riferimento il comando che Gesù diede agli Apostoli prima di ascendere al cielo:

«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione ed il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». (Lc 24, 46-49)

Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostruirai il regno di Israele?». Ma Egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e fino agli estremi confini della terra». (At 1, 6-8)

Gesù in questi passi indica agli Apostoli il cammino che li avrebbe resi testimoni dell’Amore di Dio per il mondo e, mediante il dono dello Spirito Santo, sua Chiesa, suo Corpo. Nel cenacolo, infatti, non sono nati solo dodici Apostoli, uomini timorosi trasformati in intrepidi testimoni, ma è nata la Chiesa ! È nata cioè l’Unità di coloro che amano Dio e che divengono testimoni di quell’Unità compiuta in loro dallo Spirito Santo.

Nella Pentecoste, infatti, si realizza già in embrione la Preghiera di Gesù fatta nell’ultima Cena, dove egli dice al Padre: «Io per loro consacro me stesso. Padre, consacrali nella Verità, e che siano Uno perché il mondo creda».

Dall’Ascensione alla testimonianza di Pietro nella Pentecoste, si delinea un percorso mediante il quale lo Spirito genera la Chiesa e l’Unità di cui essa gode. Tale cammino può essere riassunto nei quattro imperativi che Gesù da agli Apostoli: rimanete, riceverete, sarete, andate. Contemplando, meditando e vivendo questi quattro passaggi noi potremo - come gli Apostoli - fare l’esperienza di nascere all’Unità.

È bene vivere il percorso di Fondazione, che di solito va dal mercoledì dopo l’Ascensione alla Domenica di Pentecoste, in pieno accordo con il proprio Sacerdote, per non contrapporsi alle Liturgie già definite. In caso di impossibilità, far slittare la Fondazione di una settimana, tra la Pentecoste e la Domenica della Santissima Trinità.

·   Rimanete in Città” (Da svolgersi preferibilmente il mercoledì dopo l’Ascensione).

È il momento ed il luogo della contemplazione dove si impara a riconoscere che tutto è in Dio e che ci viene elargito per Grazia. Il Contemplativo, infatti, è colui che vede prima in Dio il dono che riceverà dopo. Gli Apostoli - ad esempio - aspettavano il dono promesso dal Padre, lo Spirito Santo che sarebbe disceso dall’alto; sapevano che sarebbe venuto, ma ancora non lo possedevano, né lo conoscevano, tuttavia già lo contemplavano in Dio. La Comunità che si prepara alla Fondazione o che rinnova quest’esperienza, attua questo primo comando vivendo un momento di adorazione comunitaria, vissuta da tutti i Cenacoli riuniti, che deve essere posto all’inizio del periodo necessario per vivere l’intera esperienza. L’Eucaristia esposta è prolungamento della Messa: adorandola penetriamo sempre più intimamente nei sentimenti di Gesù che si è fatto dono d’unità tra il Padre e l’Umanità, attraverso la sua Passione, Morte e Resurrezione. Anzi, nell’Eucaristia, il dono dell’unità è già presente e perfetto, anche se come anticipazione e segno. In Essa, infatti, contempliamo quel disegno d’unità e d’Amore da sempre esistito nel cuore del Padre, nel quale Gesù c’introduce col dono dello Spirito. Poiché l’Eucaristia, adorata e celebrata, è sorgente della nostra missionarietà, la dimensione contemplativa per noi non è provvisoria ma è permanente; infatti, la nostra Vocazione all’Unità è Contemplativa, Carismatica e Missionaria.

· Riceverete lo Spirito Santo”. (Da svolgersi il giovedì e venerdì, dopo l’Ascensione).

Lo Spirito Santo è il dono perfetto, somma di tutti i doni necessari per essere e divenire ciò che Dio ha pensato per noi: Egli è Sapienza, Provvidenza e Potenza per realizzare il piano di Dio nella storia degli Uomini. Solo l’effusione dello Spirito Santo nel cuore di ciascun fedele è in grado di renderci compartecipi della Vita Divina e servi della sua Volontà. Questa Preghiera sui singoli sarà effettuata da ciascun Cenacolo nelle case. Dovranno essere presenti, oltre al Coordinatore di Cenacolo, anche qualche Fratello e Sorella che hanno già vissuto tale esperienza. In caso di nuovo Gruppo, potranno essere invitati Fratelli e Sorelle da altre Comunità, per vivere ancor meglio l’esperienza dell’Unità. La Preghiera tutti su tutti, così come viene chiamata, verrà svolta prima sui Fratelli e le Sorelle che vivono questa esperienza per la prima volta. Uno alla volta verranno presentati al Signore, con preghiera di ringraziamento e lode per quello che Lui ha fatto nella loro vita, chiedendo per loro la guarigione da ogni ferita e invocando su ciascuno il dono dello Spirito Santo perché la loro vita divenga compiuta, come segno di luce per tutti. Terminate le Preghiere sui Fratelli e Sorelle nuovi, riceveranno la Preghiera coloro che già precedentemente avevano fatto quest’esperienza, in modo che i nuovi possano vivere non solo il dono del ricevere, ma anche quello d’essere strumenti di Grazia per altri. Questo conferisce alla Preghiera un senso profondo d’Unità e di reciproco scambio. Non siamo noi gli autori di ciò che gli altri riceveranno attraverso la Grazia e quindi siamo tutti bisognosi, gli uni e gli altri, del dono che Dio solo può dare - e che dona a tutti - attraverso la Preghiera di tutti! Tutti gli eventi particolari che possono risultare in quel momento per ciascun Fratello o Sorella, (Canti, Preghiere particolari, passi biblici), si potranno annotare in un’immaginetta scelta per l’occasione.

·    Mi sarete testimoni. ( Da svolgersi il sabato dopo l’Ascensione, vigilia di Pentecoste).

Qui è previsto un momento di preghiera denominato Effusione dell’Unità, dove tutti insieme si chiede il dono dell’Unità sulla Comunità. Come la Pentecoste per i Discepoli, questo non è solo un momento di grazia personale, ma è anche e soprattutto un evento Comunitario dove lo Spirito Santo rigenera il nostro essere membra del Corpo di Cristo e ci chiama ad essere Chiesa in modo più responsabile. É generalmente un momento toccante, che tuttavia comporta la presa di coscienza dell’essere costituiti in Unità e perciò chiamati a testimoniare l’Amore che Dio ha per tutta l’Umanità, a essere cioè missionari del dono di comunione ricevuto. Questa terza esperienza si realizza nel vivere l’adorazione guidata “La Dimensione Missionaria”, da farsi comunitariamente alla presenza del Santissimo. Il vivere l’Effusione dell’Unità per divenire una Comunione di Cuori. è previsto appunto all’interno di questa adorazione.

·   Andate! ( Da svolgersi preferibilmente nella Domenica di Pentecoste).

È il quarto comando che Gesù ha dato agli Apostoli nei Vangeli. (Mt 28,19 e Mc 16,15) Egli ci dice: Andate! che equivale a dire: Portate! quello che avete ricevuto e contemplato, perché tutti conoscano e ricevano lo stesso dono; siate lieti in ogni circostanza, testimoniando che l’Unità esiste, è in Dio e ci viene donata nella Preghiera e nei Sacramenti! Ogni Cristiano è chiamato a portare il dono di grazia ricevuto, la comunione con Dio e con i fratelli, in ogni situazione, ad ogni persona ed in ogni luogo, affinché tutta la terra sia riempita dell’Unità che proviene dalla Trinità. Questa è, infatti, la volontà del Padre che Gesù ci ha rivelato: L’intera Umanità conosca, viva e goda della comunione di Dio e testimoni la supremazia di Dio quale supremazia d’Amore su tutti, su tutto, sulla Storia. Quest’ultimo momento della fondazione si realizzerà in una “Missione d’Amore pubblica”, possibilmente in una Parrocchia o Santuario, alla presenza del Santissimo, invitando la popolazione del luogo. L’adorazione si svolgerà secondo lo schema indicato nelle sezioni, dove tutti, come Pietro il mattino di Pentecoste, saranno chiamati a proclamare la propria appartenenza al Corpo di Cristo che è la Chiesa. Si darà in questo modo inizio all’esercizio della Vocazione dei Missionari dell’Unità, per viverla in tutte le situazioni che il Signore ci darà, a cominciare dalla propria famiglia, comunità, parrocchia fino ad arrivare - se il Signore vorrà - agli estremi confini della terra.

Far parte di «Rete di Luce» è avere piena consapevolezza di cosa sia la Chiesa, di come è nata, per che cosa Dio l’ha costituita; è vivere in pienezza quello che, con il Credo, professiamo in ogni Santa Eucaristia: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica. Ognuno di noi dopo l’esperienza della Preghiera di Fondazione amerà di più la «Sua Chiesa», sarà pronto a servirla perché sia più bella e ricca di doni spirituali; sarà pronto a proteggerla da tutti coloro che la insidiano tentando di distruggere in essa quei semi di Santità che le sono stati dati da Dio; sarà pronto per Lei, in Lei, con Lei ad adoperarsi in pensieri, parole ed opere affinché Dio sia tutto in tutti. Soprattutto avremo a cuore il progetto che Dio da sempre ha avuto sulla piccola Chiesa, qual è la Famiglia: quello di essere un riflesso dell’Amore che vive la Trinità, un nodo d’Amore che fecondi la terra e la trasformi in casa di Dio. Il Signore ci guidi in questo cammino, ispirando e correggendo i nostri pensieri, donandoci sentimenti d’amore per tutti e facendo di noi instancabili operatori d’unità in ogni luogo e in ogni tempo. A Te, Maria, Madre nostra e Madre dell’Unità del Genere Umano, offriamo i nostri cuori; fa’ che siano Tempio dell’Amore di Dio, canale che veicola l’Amore di Dio verso ogni creatura, affinché l’Umanità scopra e infine viva il suo eterno destino: essere Famiglia di Dio.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:23 )