Ciccio e Graziella si raccontano…

“Che cosa renderò al Signore, per quanto mi ha dato?”

Con le parole del salmo 115 desideriamo testimoniare ciò che per noi significa l
a nostra “chiamata” a percorrere un cammino di fede insieme alle coppie che si preparano al Sacramento del matrimonio.

Al secondo anno di questo percorso, vogliamo sottolineare l’importanza di essere sposi nel Signore, come scelta di fede e di vita. Ciò significa scoprire Dio presente ogni giorno nella nostra storia d’amore; significa dire un sì per sempre confidando nel Suo aiuto; significa fare comunità: a due, come famiglia, con gli amici, nella Chiesa, per diventare segno ed annuncio del Suo immenso amore presente nel mondo. E tutto questo ci sta facendo sperimentare l’immensa gioia di un
a continua crescita come coppia.

Tutto ci è dato da Dio ed è a Lui che va la nostra gratitudine. In particolare per alcuni suoi doni che stanno a fondamento della nostra storia personale: la vita, la fede, la chiamata ad essere testimoni di un progetto d’amore. E proprio perché crediamo e sentiamo ­di essere uniti a Gesù come i tralci alla vite… «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane unito a me e io a lui porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5)…, abbiamo compreso, con l’aiuto dello Spirito Santo, che non potevamo stare da soli tra le nostre “quattro mura domestiche”, nelle nostre comodità, perché il servizio che ci veniva richiesto é un grande dono ad aprirci, a uscire da noi stessi, fidarci, obbedire, rischiare, metterci in cammino, per consentire a Dio di fare storia insieme a noi, al di là delle umane possibilità. Certamente
riconosciamo la nostra inadeguatezza a ricambiare ciò che Dio fa per noi, ma Gli manifestiamo tutto il desiderio di volerlo fare, impegnandoci al servizio della Sua Chiesa.

Ringraziamo Dio, nostro Padre, perché ci hai aiutati a crescere attraverso il confronto con i fidanzati partecipi ai nostri incontri. Il nostro intento è quello di sollecitare questi futuri sposi a comprendere il mistero nuziale che si rivela in ogni coppia che si prepara al matrimonio, a riflettere sulla propria esperienza d’amore, a prendere coscienza degli impegni che la vita coniugale comporta, a rivedere e a rimotivare la propria esperienza di fede. Nel corso degli incontri di questi due anni, infatti, è venuto alla luce che l'amore spesso, non viene più vissuto come un sentimento nel quale c'è il dono ed il rispetto reciproco, fondamentale per l'unione della coppia stessa; a questo si aggiunge un altro elemento di crisi della coppia, ma non meno importante, cioè il declino della fede alla quale tante volte viene riservato un posto molto marginale nella vita a due, senza quindi avere una vita di fede vissuta insieme, senza avere un momento di preghiera in famiglia; ma altre volte la religione e la fede non hanno proprio alcun posto nella vita personale e di coppia. Perciò, vorremmo aiutare le coppie cri­stiane a vivere una fede “da sposati”. E questo però, non può essere compreso e nemmeno vissuto se prima non viene fatto un cammino individuale per diveni­re ”persona”. Gesù stesso è molto chiaro su questo, infatti Egli afferma: «L’uomo, lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una sola carne». (Mt 19,5-6; Mc 10,6-7; Gen 2,24-25). Perciò,
il matrimonio può e deve essere portato avanti da due persone adulte e mature, capaci di sacrificio, di rinunce, di condivisione piena della propria vita, di responsabilità, di fedeltà, di sincerità, di infinito amore.

La nostra più viva speranza è che la nostra “chiamata” possa servire alle coppie che hanno scelto di vive­re cristianamente il loro matrimonio, alle persone che cercano di fare qualcosa per aiutare le famiglie e a tutti coloro che sentono che la salvezza può e deve passare attraverso il mistero della croce. Quando abbiamo iniziato i nostri incontri non sapevamo cosa saremmo stati capaci di testimoniare. Ma abbiamo confidato nel Signore, certi che ci avrebbe aiutato ad esprimerci non attraverso le sole parole, ma con la sapienza del cuore. A voi fidanzati noi diciamo le stesse parole che Gesù ha detto a noi: “Non temete!” Nulla mai sarà spaventoso
. Quando una coppia inizia a mettersi in atteggia­mento di ascolto, di obbedienza e di abbandono succedono cose straordinarie. Tutto diventa più chiaro, il mosaico della vita si compone e ne viene fuori l’immagine che Dio ha da sempre desidera­to. Bisogna sperimentarlo per capirlo, basta aver fi­ducia la prima volta e da lì tutto si muove. Si pro­va una gioia grande, una forza nuova e tu scopri cose di te stesso e degli altri che nemmeno ti im­maginavi.

La coppia deve fondarsi su Dio, cioè non pen­sando di vivere in due ma in tre
: io, tu e Dio. LasciateLo entrare nei vostri pensieri, nelle vostre scel­te, rendendoLo uno di casa. Questo legame a tre, deve partire da voi per espandersi poi a tutto il resto della famiglia, figli, nonni, suoceri, ecc. Ma co­me è possibile? Lo strumento che abbiamo è il Vange­lo. Solo attraverso la Sua  parola possiamo sapere il pensiero di Dio. La parola di Dio ci guida, ci orien­ta, ci consola, ci fortifica, ci corregge. Quello che noi vogliamo dire è che se investiamo in Lui, ogni giorno sarà unico. Allora troveremo gioia nell’essere ciò che siamo e nell’avere ciò che abbiamo, perché avremo riconosciuto che tutto proviene da Dio e tutto a Lui ritorna.

Sia chiaro che non sempre riusciamo a vivere tut­to ciò che diciamo, anzi spesso ci rendia­mo conto di quanta strada dobbiamo ancora percorrere. Siamo però sicuri che con l’aiuto di Dio tutto è pos­sibile e quindi confidiamo nella Sua infinita mise­ricordia verso di noi, sue creature.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 10:29 )