Del presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale. 

Ma quale il motivo di questa singolare devozione da parte del popolo di Favazzina verso la Santa Croce, giacchè non possediamo nessun documento storico al riguardo?Mi sembra che sull’argomento si possono benissimo avanzare tre ipotesi, anche se non tutte con uguale valore probativo:
I) La Missione dei Padri Crociferi;
II) La grande devozione in San Rocco, patrono di Scilla;
III) La predicazione dei PP. Cappuccini.


La Missione dei Padri Crociferi
Una prima ipotesi è che tale devozione del popolo di Favazzina verso la S. Croce potrebbe essere stata portata dai Padri Crociferialt, fatti venire a Scilla da D. Maria Ruffo nel lontano 12 luglio 1619 per l’assistenza spirituale agli abitanti del quartiere di Chianalea o Acquagrande e che comprendeva pure un piccolo altospedale nella zona. Essendo Favazzina, in linea d’aria, la zona più vicina, anzi di fronte al citato quartiere Chianalea e per giunta priva di una vera assistenza spirituale, perché non c’era lì nessun prete all’uopo incaricato, Favazzina potè benissimo essere servita dalla missione pastorale dei Padri Crociferie quindi da loro stessi, la piccola frazione posta sotto la particolare protezione della Santa Croce, nella stessa chiesetta dei Piconieri dove officiavano.

 

La devozione in San Rocco
Una seconda ipotesi, che a prima vista potrebbe sembrare “un’ipotesi a longe petita” è la seguente:A Scilla e quindi anche nella sua frazione, c’era e c’è tuttora una grande devozione verso San Roccoalt, ch’è il Patrono della città capoluogo. I più anziani ricordano ancora che anche nella vecchia chiesa di Favazzina, tra le altre statue, c’era anche una statua di San Rocco. San Rocco, protettore degli ammalati, è un santo di origine francese, nato a Montpellier da Giovanni e Libera Della Croce. altOra tutti sappiamo che presso Favazzina, lungo la Nazionale che porta a Scilla, quasi all’inizio della Galleria, c’è e si venera tuttora una piccola Icona dedicata alla Madonna della Libera.alt Guarna – Logoteta, ci fa sapere che la chiesetta dei Piconieri era dedicata alla Santa Croce. Non si potrebbe vedere in queste due dediche: in quella della Madonna della Libera, altun atto di omaggio alla Madre di San Rocco e, nella dedica alla Santa Croce, un atto di omaggio sempre a San Rocco, protettore contro la peste e ogni genere di malanno, a Lui che portava come cognome la denominazione abbastanza significativa “Della Croce”?Tutti sappiamo cosa può fare e fin dove può arrivare la Fede popolare in alcuni momenti della sua storia.  

La predicazione dei PP. Cappuccini
Una terza ipotesi, che sembra la più probabile, è che sul posto ove ora sorge la chiesa parrocchiale, in quel tempo c’era innalzata una grande Croce in legno, il cosiddetto Calvario, in ricordo forse di una missione di predicazione sulla Passione e Morte di Cristo, tenuta dai Padri Cappuccini,alt cosa molto frequente in quel tempo. Forse a predicare tale missione è stato addirittura quel celebre Padre Antonio dell’Olivadi, che verso la fine del 1600 e l’inizio del 1700 ha predicato tra l’altro più di una volta a Scilla e a Bagnara e che il popolo teneva in grande concetto di santità. “La sua predicazione era rivolta al popolo dei campi e dei nostri borghi (dice l’amico ed omonimo Giuseppe Pignatario, espertissimo in materia). In estate si predicava nelle campagne mentre erano in corso le opere e grande era il concorso dei contadini e dei borghigiani… (Questo Padre) Antonio dell’Olivadi tenne il corso di missione sulla Passione di Cristo a… Reggio, Bagnara, Scilla, Sant’Eufemia… ecc.” Tanto più che a Scilla, nella località chiamata ancor oggi “Monaci” c’era un convento dei Padri Cappuccini, ove normalmente risiedevano ben undici religiosi. E’ da notare che in quel tempo i Padri Cappuccini avevano nella nostra zona parecchi conventi, tra cui a Bagnara uno con quattordici religiosi; un altro a Fiumara di Muro con ventinove tra Padri e fratelli laici; ed infine a Reggio Calabria, presso l’Eremo, altavevano un altro grande convento. Potrebbe quindi darsi che questi Padri Cappuccini, avendo tenuto una loro missione anche a Favazzina sulla Passione e Morte di Cristo, vi abbiano impiantato un piccolo “Calvario” con una grande Croce in legno, nella località oggi chiamata “Piazza Santa Croce” a ricordo della loro predicazione, e che, data la devozione del popolo verso la Santa Croce, il titolo sia poi passato alla chiesa. Pertanto, qualunque sia l’ipotesi che noi vogliamo accettare, il fatto certo è questo: il culto del popolo di Favazzina verso la Santa Croce è molto anteriore all’erezione della sua chiesa come parrocchia.
(Testo tratto da “BREVE STORIA DELLA CHIESA E DELLA FRAZIONE DI FAVAZZINA” a cura di don Pietro Scopelliti)

Ultimo aggiornamento ( Sabato 18 Novembre 2017 21:38 )