altDel presente articolo è autore o curatore il dott. Rocco Panuccio, cultore di storia locale ed esperto in beni storico-artistici e culturali. Ogni riproduzione, anche parziale (citazione diretta), è vietata senza espressa autorizzazione ed ogni utilizzo di notizie (citazione indiretta) senza citarne la fonte costituisce condotta sleale e grave disonestà intellettuale. 

La Vergine Odigitria - chiamata dagli scillesi Madonna della Porta, per via dell’arco arabo-moresco dipinto alle sue spalle (can. Giovanni Minasi) -  è attualmente situata all’interno di una nicchia nella Cappella del Ss. Sacramento della chiesa Matrice. La sua storia, però, affonda le radici nel lontano 1400. Il titolo bizantino di Odigitria è traducibile come “Colei che indica la via”. Dagli atti della visita pastorale di mons. Annibale D’Afflitto del 1594 sappiamo che nella chiesa Matrice di Scilla, collocata sull’altare maggiore, era venerata un’Hicona antiqua lignea deorata,alt in figura Beatae Mariae Virginis de Conceptione. In un altro testo del 1610 l’icona viene descritta come icona magna gloriosissimae Virginis de Conceptione cum cornicibus deauratis et bene compositis. Si trovava ancora presso l’altare maggiore negli anni 1617 e 1635, date delle successive visite pastorali alteseguite da mons. D’Afflitto. La sacra icona, la cui esecuzione è attribuita al Maestro di Galatina, rimase sull’altare maggiore fino al XVII secolo, quando venne sostituita dal gruppo scultoreo in marmo. Nel dicembre del 2005, dopo essere rimasta per molti anni presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza PSAE della Calabria, tornò a Scilla e, nel febbraio dell’anno successivo, venne collocata all’interno di una nicchia in tufo. altQuest’ultima è stata realizzata dall’artista scillese Francesco Burzomato che l’ha finemente lavorata ispirandosi allo stile bizantino. Ai lati, sussistono due colonne congiunte ad una cornice traforata con motivi floreali e sormontata da due angeli che sorreggono un rosonealt. Alla base, si trova il prospetto esterno della chiesa distrutta dal terremoto del 1908. L’intera opera è realizzata in alto rilievo. La tavola ha per soggetto la Madonna con Bambino la quale, seduta in Trono, ha alle spalle un arco arabo-moresco. Ai lati, due angeli a figura intera. L’icona, nonostante sia mancante di colore in molte parti, a causa di interventi poco ortodossi compiuti in passato ancor più che di eventi sismici, dopo un certosino restauro a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali della Calabria, può essere ammirata in tutto il suo splendore.

Ultimo aggiornamento ( Sabato 18 Novembre 2017 21:12 )