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Vita della Comunità
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Chi siamo - Rete di Luce

La Consacrazione nella Verità

 

Stiamo per entrare nel Santuario della nostra Vocazione, nel momento che determina il nostro essere Missionari dell’Unità, vero centro del nostro servire l’Unità dei Cuori, origine e fonte del dono dell’Unità. Questo momento della vita di Gesù è il Getzemani, l’orto degli ulivi, è la sera del Giovedì Santo. Gesù ha appena istituito l’Eucaristia e si è avviato verso il Suo destino, che gli riserverà la Croce e la Morte. Nell’ultima Preghiera al Padre Gesù eleva queste parole:

«Padre…consacrali nella Verità. La Tua Parola è Verità. Come Tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro Io consacro Me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella Verità». (Gv 17, 17 – 19)

Gesù, in questa Preghiera, raggiunge l’apice ed il senso compiuto del Suo offrirsi al Padre per noi, è cosciente che il Suo dare la vita, ha lo scopo di generare la Verità in tutti coloro che accoglieranno questa Preghiera. È la Verità capita, vissuta e testimoniata che fa di ogni vita lo specchio della volontà del Padre. È la Verità che ci rende liberi. È la Verità che ci da gli strumenti per combattere il divisore che è menzognero sin da principio. È lo Spirito di Verità, il dono promesso da Gesù per tutti coloro che lo avrebbero accolto nel cuore.

Il vero problema del nostro essere Cristiani è divenire consapevoli della potenza che questa preghiera ha; infatti, noi non siamo coscienti che in quel momento Gesù, vero Uomo e Vero Dio, accetta di morire perché io…..tu, possiamo vivere la Verità scritta nella nostra creazione, che il Padre ha scelto, voluto ed amato per ciascuno di noi e per l’Umanità intera.

La Preghiera per la Consacrazione nella Verità, è la Preghiera di Gesù e a noi è chiesto solo di prenderne coscienza e di accettare che Gesù la elevi al Padre, perché la Verità su di noi possa compiersi in pienezza.

Infatti, essa si svolge nella semplice lettura del capitolo 17 di Giovanni accompagnato da un silenzioso ed intimo «Sì» al Padre, perché la Preghiera di Gesù abbia frutto compiuto in ciascuno di noi.

La Consacrazione nella Verità può operarla solo il Padre, per la Preghiera di Gesù e per la nostra libera e cosciente accettazione. L’effetto della Grazia che questo momento produce è relativo all’ampiezza del nostro «Sì», che rimette a Dio il dove, il quando ed il come compiere la Sua Verità su di noi.

In fondo è prendere coscienza della salvezza che Gesù ha operato e che continua ad operare nella nostra vita, quando il nostro «Sì» persiste e si rinnova, rimanendo aperto alle soluzioni che Dio opererà, nei Suoi tempi e nei Suoi modi.

L’altro aspetto che contraddistingue questo momento centrale della Vita di Gesù, e quindi della nostra Fede, è l’Unità. Infatti, quasi fosse il frutto dei versetti precedenti, il capitolo 17 di Giovanni continua così:

 «Padre….non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in Me; perché tutti siano una cosa sola. Come Tu, Padre, sei in Me e Io in Te siano anch’essi in Noi una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato». (Gv 17, 20-21)

L’accettazione del Sacrificio di Gesù, porta a noi la Verità che ci rende liberi e ci unisce al Padre mediante il dono dello Spirito Santo. Quest'Unità costruita in noi diviene poi strumento di credibilità nei confronti del mondo.

Ecco il cuore della nostra missione, che è di tutta la Chiesa, di ogni Cristiano, ma che per noi diviene vera e propria caratteristica Vocazionale, per cui l’Unità è prodotta dalla risposta del Padre alla Preghiera e al Sacrificio di Gesù e per l’accoglienza di ciascuno di noi, e che può e deve essere portata fino agli estremi confini della sofferenza dell’Uomo.

La Dimensione Contemplativa e la Dimensione Eucaristica che generano la Dimensione Missionaria: questi sono gli Elementi della Vocazione che il Signore ha costruito pezzo per pezzo in questi anni e che noi con tanta fatica e imprecisione abbiamo cercato di fissare nelle indicazioni che ora vi vengono fornite. Nessuno può costruirsi una Vocazione da solo, può solo accoglierla da Dio, aprendo il proprio cuore a Lui attraverso un «Sì» totale e sincero. Viviamo con serietà e spirito di Fede il momento che sarà proposto per accogliere la Preghiera di Gesù, ricordando che ogni Giovedì Santo è occasione unica ed irripetibile per rinnovare ed alimentare la consapevolezza della chiamata che il Signore ci ha rivolto, nel chiederci di servirlo nella Chiesa come Missionari della Sua Unità, per l’Unità di tutti gli Uomini col Padre.

È bene che la Consacrazione nella Verità, mediante la lettura dell’intero capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, venga fatta nella Veglia del Giovedì Santo, subito dopo la Celebrazione Eucaristica denominata “In Coena Domini”, in ricordo dell’Ultima Cena.

Tutta la Comunità si farà vicina ai nuovi Fratelli e Sorelle davanti al Santissimo con i nostri Sacerdoti, e sarà, per tutti, l’occasione per rinnovare la propria Consacrazione nella Verità.

Nell’occasione si può proporre la Veglia notturna, per far compagnia a Gesù nel momento di maggiore solitudine che Egli ha vissuto nell’attesa del tradimento di Giuda e degli eventi del Venerdì Santo. È un'esperienza che lascia il segno, vero cuore dell’intera Liturgia e quindi del cammino che vi proponiamo. Ove possibile, si viva la Veglia col Santissimo esposto o semplicemente accanto al Tabernacolo.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:23 )

 

Preghiera di Fondazione

Nelle parabole di Gesù, rete e luce è l’immagine del regno di Dio, che è la Chiesa e dunque noi che, come sappiamo per averlo più volte meditato, altro non siamo che Chiesa, membra del Corpo di Cristo, radunati e uniti dallo Spirito Santo per realizzare in pienezza la Volontà del Padre per tutti gli uomini. Sono quattro gli elementi della Rete di Luce: il filo che la compone, i nodi che la costituiscono, l’uso per cui è stata formata e la luce che la illumina. Il filo che la compone è l’Amore di Dio, un Amore proveniente da Lui, che viene a noi e che noi siamo chiamati a portare nel mondo; i nodi sono i nostri cuori fatti uno con Dio e tra noi. É attraverso quest’unità, riflesso della Comunione Trinitaria, che il mondo crede: «Padre… siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda…» (Gv 17, 21). L’Unità dei cuori che si viene così a formare diventa strumento di missione. La luce sottolinea invece l’aspetto del Dono. L’unità è dono di Dio: a noi è chiesto di accoglierlo e di essere trasparenza di quest’Amore che unifica affinché tutti vedano, odano e tocchino ciò che Dio ha promesso. Tutta l’Opera della Trinità nella storia della Salvezza, ha avuto, ha ed avrà sempre, come unico scopo, quello di radunare tutti i Figli di Dio che sono dispersi.

Ma uno di loro di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi». (Gv 11,49-52)

Questa parola del Vangelo è fondamentale per la nostra Vocazione, e diviene costitutiva della nostra realtà se letta unitamente a ciò che Papa Giovanni XXIII - allora Nunzio apostolico - disse ad Istanbul nell’omelia di Pentecoste del 1944:

«Gesù è morto per proclamare la fraternità universale; il punto centrale del suo insegnamento è la Carità; cioè l’Amore che lega tutti gli Uomini a Lui come primo dei fratelli e che lega Lui con noi al Padre».

Essere Comunità per l’unità significa comprendere, vivere, testimoniare e servire questo mistero: la Chiesa, luogo dell’Unità di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro! Nello Statuto della Comunità si dice espressamente che noi ci sentiamo servi della Lumen Gentium, immagine di Chiesa Luce dei Popoli che ci ha donato il Concilio Ecumenico Vaticano II. Ma allora come può articolarsi un cammino che porti delle persone a costituirsi parte dell’unica Rete di Luce? E divenire servi del Corpo di Cristo che è la Chiesa? Il Signore stesso ci ha portato a scoprire, in modo assolutamente casuale e profetico, la dinamica della Preghiera di Fondazione. Sarebbe tuttavia interessante testimoniare che ciò che importa è sapere che ci è stata donata e che, vivendola, ci siamo resi conto di percorrere il medesimo cammino compiuto dagli Apostoli per divenire Chiesa di Cristo. La scoperta fatta è semplicissima e insieme sconcertante: «Rete di Luce» non poteva nascere in modo diverso da com’è nata la Chiesa, rivivendo cioè con fedeltà biblica le stesse esperienze vissute dai primi Apostoli. La Dinamica (sequenza di esperienze) di una Preghiera di Fondazione, infatti, ha come riferimento il comando che Gesù diede agli Apostoli prima di ascendere al cielo:

«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione ed il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». (Lc 24, 46-49)

Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostruirai il regno di Israele?». Ma Egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e fino agli estremi confini della terra». (At 1, 6-8)

Gesù in questi passi indica agli Apostoli il cammino che li avrebbe resi testimoni dell’Amore di Dio per il mondo e, mediante il dono dello Spirito Santo, sua Chiesa, suo Corpo. Nel cenacolo, infatti, non sono nati solo dodici Apostoli, uomini timorosi trasformati in intrepidi testimoni, ma è nata la Chiesa ! È nata cioè l’Unità di coloro che amano Dio e che divengono testimoni di quell’Unità compiuta in loro dallo Spirito Santo.

Nella Pentecoste, infatti, si realizza già in embrione la Preghiera di Gesù fatta nell’ultima Cena, dove egli dice al Padre: «Io per loro consacro me stesso. Padre, consacrali nella Verità, e che siano Uno perché il mondo creda».

Dall’Ascensione alla testimonianza di Pietro nella Pentecoste, si delinea un percorso mediante il quale lo Spirito genera la Chiesa e l’Unità di cui essa gode. Tale cammino può essere riassunto nei quattro imperativi che Gesù da agli Apostoli: rimanete, riceverete, sarete, andate. Contemplando, meditando e vivendo questi quattro passaggi noi potremo - come gli Apostoli - fare l’esperienza di nascere all’Unità.

È bene vivere il percorso di Fondazione, che di solito va dal mercoledì dopo l’Ascensione alla Domenica di Pentecoste, in pieno accordo con il proprio Sacerdote, per non contrapporsi alle Liturgie già definite. In caso di impossibilità, far slittare la Fondazione di una settimana, tra la Pentecoste e la Domenica della Santissima Trinità.

·   Rimanete in Città” (Da svolgersi preferibilmente il mercoledì dopo l’Ascensione).

È il momento ed il luogo della contemplazione dove si impara a riconoscere che tutto è in Dio e che ci viene elargito per Grazia. Il Contemplativo, infatti, è colui che vede prima in Dio il dono che riceverà dopo. Gli Apostoli - ad esempio - aspettavano il dono promesso dal Padre, lo Spirito Santo che sarebbe disceso dall’alto; sapevano che sarebbe venuto, ma ancora non lo possedevano, né lo conoscevano, tuttavia già lo contemplavano in Dio. La Comunità che si prepara alla Fondazione o che rinnova quest’esperienza, attua questo primo comando vivendo un momento di adorazione comunitaria, vissuta da tutti i Cenacoli riuniti, che deve essere posto all’inizio del periodo necessario per vivere l’intera esperienza. L’Eucaristia esposta è prolungamento della Messa: adorandola penetriamo sempre più intimamente nei sentimenti di Gesù che si è fatto dono d’unità tra il Padre e l’Umanità, attraverso la sua Passione, Morte e Resurrezione. Anzi, nell’Eucaristia, il dono dell’unità è già presente e perfetto, anche se come anticipazione e segno. In Essa, infatti, contempliamo quel disegno d’unità e d’Amore da sempre esistito nel cuore del Padre, nel quale Gesù c’introduce col dono dello Spirito. Poiché l’Eucaristia, adorata e celebrata, è sorgente della nostra missionarietà, la dimensione contemplativa per noi non è provvisoria ma è permanente; infatti, la nostra Vocazione all’Unità è Contemplativa, Carismatica e Missionaria.

· Riceverete lo Spirito Santo”. (Da svolgersi il giovedì e venerdì, dopo l’Ascensione).

Lo Spirito Santo è il dono perfetto, somma di tutti i doni necessari per essere e divenire ciò che Dio ha pensato per noi: Egli è Sapienza, Provvidenza e Potenza per realizzare il piano di Dio nella storia degli Uomini. Solo l’effusione dello Spirito Santo nel cuore di ciascun fedele è in grado di renderci compartecipi della Vita Divina e servi della sua Volontà. Questa Preghiera sui singoli sarà effettuata da ciascun Cenacolo nelle case. Dovranno essere presenti, oltre al Coordinatore di Cenacolo, anche qualche Fratello e Sorella che hanno già vissuto tale esperienza. In caso di nuovo Gruppo, potranno essere invitati Fratelli e Sorelle da altre Comunità, per vivere ancor meglio l’esperienza dell’Unità. La Preghiera tutti su tutti, così come viene chiamata, verrà svolta prima sui Fratelli e le Sorelle che vivono questa esperienza per la prima volta. Uno alla volta verranno presentati al Signore, con preghiera di ringraziamento e lode per quello che Lui ha fatto nella loro vita, chiedendo per loro la guarigione da ogni ferita e invocando su ciascuno il dono dello Spirito Santo perché la loro vita divenga compiuta, come segno di luce per tutti. Terminate le Preghiere sui Fratelli e Sorelle nuovi, riceveranno la Preghiera coloro che già precedentemente avevano fatto quest’esperienza, in modo che i nuovi possano vivere non solo il dono del ricevere, ma anche quello d’essere strumenti di Grazia per altri. Questo conferisce alla Preghiera un senso profondo d’Unità e di reciproco scambio. Non siamo noi gli autori di ciò che gli altri riceveranno attraverso la Grazia e quindi siamo tutti bisognosi, gli uni e gli altri, del dono che Dio solo può dare - e che dona a tutti - attraverso la Preghiera di tutti! Tutti gli eventi particolari che possono risultare in quel momento per ciascun Fratello o Sorella, (Canti, Preghiere particolari, passi biblici), si potranno annotare in un’immaginetta scelta per l’occasione.

·    Mi sarete testimoni. ( Da svolgersi il sabato dopo l’Ascensione, vigilia di Pentecoste).

Qui è previsto un momento di preghiera denominato Effusione dell’Unità, dove tutti insieme si chiede il dono dell’Unità sulla Comunità. Come la Pentecoste per i Discepoli, questo non è solo un momento di grazia personale, ma è anche e soprattutto un evento Comunitario dove lo Spirito Santo rigenera il nostro essere membra del Corpo di Cristo e ci chiama ad essere Chiesa in modo più responsabile. É generalmente un momento toccante, che tuttavia comporta la presa di coscienza dell’essere costituiti in Unità e perciò chiamati a testimoniare l’Amore che Dio ha per tutta l’Umanità, a essere cioè missionari del dono di comunione ricevuto. Questa terza esperienza si realizza nel vivere l’adorazione guidata “La Dimensione Missionaria”, da farsi comunitariamente alla presenza del Santissimo. Il vivere l’Effusione dell’Unità per divenire una Comunione di Cuori. è previsto appunto all’interno di questa adorazione.

·   Andate! ( Da svolgersi preferibilmente nella Domenica di Pentecoste).

È il quarto comando che Gesù ha dato agli Apostoli nei Vangeli. (Mt 28,19 e Mc 16,15) Egli ci dice: Andate! che equivale a dire: Portate! quello che avete ricevuto e contemplato, perché tutti conoscano e ricevano lo stesso dono; siate lieti in ogni circostanza, testimoniando che l’Unità esiste, è in Dio e ci viene donata nella Preghiera e nei Sacramenti! Ogni Cristiano è chiamato a portare il dono di grazia ricevuto, la comunione con Dio e con i fratelli, in ogni situazione, ad ogni persona ed in ogni luogo, affinché tutta la terra sia riempita dell’Unità che proviene dalla Trinità. Questa è, infatti, la volontà del Padre che Gesù ci ha rivelato: L’intera Umanità conosca, viva e goda della comunione di Dio e testimoni la supremazia di Dio quale supremazia d’Amore su tutti, su tutto, sulla Storia. Quest’ultimo momento della fondazione si realizzerà in una “Missione d’Amore pubblica”, possibilmente in una Parrocchia o Santuario, alla presenza del Santissimo, invitando la popolazione del luogo. L’adorazione si svolgerà secondo lo schema indicato nelle sezioni, dove tutti, come Pietro il mattino di Pentecoste, saranno chiamati a proclamare la propria appartenenza al Corpo di Cristo che è la Chiesa. Si darà in questo modo inizio all’esercizio della Vocazione dei Missionari dell’Unità, per viverla in tutte le situazioni che il Signore ci darà, a cominciare dalla propria famiglia, comunità, parrocchia fino ad arrivare - se il Signore vorrà - agli estremi confini della terra.

Far parte di «Rete di Luce» è avere piena consapevolezza di cosa sia la Chiesa, di come è nata, per che cosa Dio l’ha costituita; è vivere in pienezza quello che, con il Credo, professiamo in ogni Santa Eucaristia: Credo la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica. Ognuno di noi dopo l’esperienza della Preghiera di Fondazione amerà di più la «Sua Chiesa», sarà pronto a servirla perché sia più bella e ricca di doni spirituali; sarà pronto a proteggerla da tutti coloro che la insidiano tentando di distruggere in essa quei semi di Santità che le sono stati dati da Dio; sarà pronto per Lei, in Lei, con Lei ad adoperarsi in pensieri, parole ed opere affinché Dio sia tutto in tutti. Soprattutto avremo a cuore il progetto che Dio da sempre ha avuto sulla piccola Chiesa, qual è la Famiglia: quello di essere un riflesso dell’Amore che vive la Trinità, un nodo d’Amore che fecondi la terra e la trasformi in casa di Dio. Il Signore ci guidi in questo cammino, ispirando e correggendo i nostri pensieri, donandoci sentimenti d’amore per tutti e facendo di noi instancabili operatori d’unità in ogni luogo e in ogni tempo. A Te, Maria, Madre nostra e Madre dell’Unità del Genere Umano, offriamo i nostri cuori; fa’ che siano Tempio dell’Amore di Dio, canale che veicola l’Amore di Dio verso ogni creatura, affinché l’Umanità scopra e infine viva il suo eterno destino: essere Famiglia di Dio.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:23 )

 

Il Perché di un Carisma

Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di averne in abbondanza, per l`edificazione della comunità.

 1° Lettera di San Paolo ai Corinzi 14,12 1° Lettera di Pietro 2, 4 – 5

Per definizione “I Carismi” sono Doni di Dio, da “Caris,/Grazia”, dati personalmente o collettivamente perché venga edificata la Chiesa e con Essa tutta l’Umanità. Doni per un Tempo, per il Tempo in cui si vive, capaci di estendere la loro influenza nella Storia, di modificare il corso degli eventi e di predisporre meglio l’Umanità ad accogliere la volontà e quindi il Bene che Dio ha pensato per i singoli e per tutti. Attraverso questi particolari Doni, quindi, passa la Benedizione, quell’azione Creatrice di Bene, che Dio sempre opera nei confronti dell’Umanità. Qual è lo scopo che questi doni servono? “Ogni azione della Grazia tende a generare e rigenerare il Volto di Cristo nell’Umanità, la completa conformazione a Lui nelle singole creature e nell’insieme dell’Umanità!” Questo per compiere la volontà che Dio ha espresso all’inizio della Creazione… E Dio disse: "Facciamo l`uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza… Genesi 1, 26

Tutta l’Azione della Trinità, sin dai tempi antichi, nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, nell’Incarnazione di Cristo Gesù, nella Manifestazione dello Spirito Santo, della Chiesa e nella Vita di ogni Chiamato alla Santità, ogni Grazia Donata, ogni Carisma, ha avuto ed ha lo scopo di servire l’Uomo perché l’Immagine di Dio in Lui sia compiuta… Ed è per questo che Gesù, Immagine del Padre, si è Incarnato e Donato a noi…

Come possiamo notare, i Carismi hanno una relazione diretta con la Storia, con il Tempo, con la condizione dell’Umanità in quel determinato Tempo, perché possa crescere in modo da manifestare l’Immagine di Dio in ciascuno e di riflesso in tutta l’Umanità. La “Storia della Salvezza” ha inizio, come abbiamo detto, nella Volontà espressa da Dio all’inizio della Creazione, e vorrei sottolineare un aspetto importantissimo:… Dio dice… “Facciamo…Dio si è impegnato a realizzare la Sua Immagine e Somiglianza nell’Uomo, non ha detto all’Uomo di produrla lui, ma di “Accogliere l’Immagine e la Somiglianza che Dio avrebbe Fatto in Lui!” Basti ricordare le parole di Maria nel Magnificat… Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente…Sappiamo che l’Uomo e la Donna all’inizio della Creazione disobbedirono a Dio, anzi credettero di poter vivere la “Somiglianza con Dio attraverso il peccato”… Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell`albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Genesi 3,2-5Ma Dio non si arrese, e preparò la rinascita dell’Uomo… aveva in serbo di Donare Suo Figlio all’Umanità… Per questo, nella Storia, al centro della Storia, Dio si fece Carne, abitò in mezzo a noi, per Donarsi a noi, Lui Dio, il Pane per la nostra Salvezza, il Cibo che non dà morte ma Vita e che ci dona d’Assomigliare a Lui, perché Lui si fa’ Presenza in Noi, capace di Compiere l’Immagine e la Somiglianza promessa nella Volontà iniziale… “Questo Dio ha fatto e vuole Fare!”Quindi, se così fosse, dobbiamo immaginare l’intervento di Gesù al Centro della Storia, come l’Innesto della Grazia che, se Accolta, avrebbe realizzato la Volontà Primigenia del Padre, una Grazia che nel Tempo avrebbe “scavato” nei singoli e nell’Umanità, sino a “fare”, a compiere la Somiglianza di Gesù in noi. Ma dovremmo anche capire che quest’Opera di Assimilazione dell’Immagine e Somiglianza di Dio, è un progetto a Tempo, che sarebbe cresciuto nel Tempo, sino a mostrare visibilmente i frutti, per far crescere compiere “Il perché della Venuta di Cristo tra noi!”

Una sorta di progressione che, nella storia di ciascuno e di tutti, avrebbe manifestato la bellezza di quel “Comandamento che Dio si è dato all’Inizio della Creazione!” Ebbene, ogni Carisma viene dato da Dio nel Tempo, proprio per alimentare questo processo di Assimilazione a Cristo, perché “perché sia fatta in noi l’Immagine e la Somiglianza di Dio”

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:23 )

 

La nostra Vocazione

A volte… accade nella vita d’essere travolti dal Mistero.

Un grande vuoto, una necessità nella vita si fa Preghiera. E la risposta di Dio, inaspettata, insospettata, irrompe!!Cerchi un po’ di pace e di sollievo per ogni tuo dolore,e vedi plasmato in te e attorno a te un nuovo dono. Dono di Dio, dato a te come consolazione,che usa il tuo cuore come un passaggio.Dio, quando ama, ama tutti attraverso noi,così che la Sua risposta al tuo Sì diventa pane per tutti .Nuova moltiplicazione d’Amore che si ripete,novello giardino di grazie dall’Amore costruito.Così una vita diventa dono, altare dell’offerta,dove ad offrire doni in abbondanza è Dio stesso,Padre di tutti che ama tutti in egual misura,per fare del cuore degli Uomini e delle Donne un cuore dove porre per sempre la sua Dimora.


Questi dieci quadri qui rappresentati sono la Storia, vissuta, di una Vocazione, quella degli Adoratori Missionari dell’Unità: Uomini e Donne sorpresi dalla Grazia, dall’abbondante ed esuberante risposta dell’Amore di Dio alle loro ansie, ai loro bisogni.

· Una Croce posta sul santo monte di Civate il 10 maggio del 1986 e benedetta il 14 Settembre dello stesso anno, emblema, icona, strumento e segno della Gloria di Dio. Ci ha attratto e sospinto cercare la Verità su noi stessi. E’ divenuta punto di riferimento e sorgente stessa della Vocazione.

· Un Ostensorio, una Chiesa, un Monastero, quello delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, naturale epilogo dell’Amore che quella Croce ci ha donato. Il 12 Giugno 1994, un gruppo di uomini e donne vengono attratti dall’Eucaristia… inizia così l’avventura degli Adoratori Missionari dell’Unità. All’Ombra della Presenza di Dio, domande, risposte, istanze nascono e divengono Vocazione, Missione nel Servire l’Unità di tutti i cuori degli Uomini nel cuore di Dio, in Cristo Gesù.

· Maria, Madre premurosa, Madre di chi ha dato la Vita per l’Unità di tutti i Figli di Dio, anch’Essa ci ha accompagnato e chiamato a cogliere la Verità, sulla nostra Vocazione, a Fatima nel pellegrinaggio del Maggio 1998. Lei, il Grembo dell’Unità tra Dio e l’Uomo, la Platitera, Colei che contiene quello che i cieli dei cieli non possono contenere, si fa Icona della Chiesa che accoglie in Sé e dona Gesù: l’artefice unico dell’Unità tra il cielo e la terra.

· La nostra Preghiera! Quanto siamo deboli, quanto ignoriamo persino quello che dobbiamo chiedere, solo il cuore puro di chi desidera il bene di tutti viene preso per mano dalla Grazia per comprendere il valore unico e ultimo del dono che è in Dio. Nasce la Preghiera per l’Unità, quell’Unità che E’ in Dio, che Viene a noi in dono in ogni Eucaristia, e che va portata da coloro che nel cuore hanno accolto la Presenza di Dio, che in noi e tra noi, si fa Comunione. Così il 13 Novembre 1998, in una particolare cerimonia di intronizzazione dell’Eucaristia e dell’Icona di Maria, gli Adoratori Missionari dell’Unità, costitutivi della Comunità Rete di Luce, riconoscono la Vera Fonte del loro essere Missionari dell’Unità.

· La lettera al Papa! Il 25 Marzo 1999 tutti i componenti la Comunità Rete di Luce scrivono al Papa e dichiarano il loro voler servire la Chiesa attraverso la Vocazione di Adoratori Missionari dell’Unità.

· La Missione: solo la Luce di Dio ha la proprietà e la forza di mandarci incontro al dolore del mondo per portare a chi abbisogna quell’Amore e quella consolazione che solo Dio può generare e far prosperare.

· Beth‘Or – Casa della Luce - Organizzazione o.n.l.u.s per la Costruzione della Comunione tra i Popoli, la nostra casa, il luogo dove possiamo operare perché il progetto dell’Adorazione e del servizio all’Unità sia promosso con ogni mezzo disponibile. Nel settore Spirituale attraverso le Comunità Rete di Luce nate nel frattempo a: Padova, Monteaperta Udine, Desio Milano, Monza, Milano, Termoli (Campobasso), Sant’Agata Irpina (Avellino), Scilla (Reggio Calabria), Bagnara (Reggio Calabria), e il gruppo casa nella Roccia di Brindisi. Progetto che si rende presente nella Cultura attraverso il Sito  www.beth-or.org e nell’economia solidale. Viene fondata a Padova il 7 Ottobre del 2001. Pone la sua sede nei locali del Monastero di Monza il 27 Ottobre del 2002.

· Le Case di Luce. La spiritualità dell’Adoratore che si incarna, passando dall’altare alla propria Casa divenuta per scelta Luogo di Preghiera, Luogo di Incontro e Luogo di Solidarietà.

· L’Ordine dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento e, in particolare, il Monastero di Monza, vero grembo e madre di questa Vocazione. Nel lento cammino di crescita e di consapevolezza ci è dato di comprendere che la nostra Vocazione è Figlia di quel Carisma dato da Dio alla Madre Fondatrice, quella “Luce” Adorata e Celebrata ora può e deve divenire testimonianza di Vita, Vera Vocazione Missionaria estesa a tutte le “persone del secolo” così come le chiamava Madre Maddalena. Un Monastero al centro della città, una Presenza Costante e Perpetua, una Adorazione che si allarga e abbraccia ambiti sempre più vasti.

     ·Il mandato! Dopo dieci anni di cammino, il 24 Ottobre 2004, nella Chiesa del Monastero di Monza viene svolto l’Itinerario Formativo per Adoratori Laici che permette, alla Comunità Rete di Luce e agli Adoratori Missionari dell’Unità, di sentirsi parte integrante dell’Ordine dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento. Ora siamo Missionari di quel Lume, di quella Luce che tutto vuole invadere, dapprima il nostro cuore e da Esso arrivare sino agli angoli più bui del nostro mondo.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:24 )

 

Rete di Luce a Scilla



La Vocazione dei Missionari dell’Unità era iniziata nel giorno del Sacro Cuore di Gesù ed ora si avvaleva della protezione del Cuore Immacolato di Maria, e non poteva essere altrimenti visto che la nostra Vocazione era il servire: l’Unità di tutti i Cuori degli Uomini nel Cuore di Dio!

Un evento affascinante per la storia della nostra Vocazione è la prima giornata di ritiro della Comunità di “Rete di Luce”, svolta presso la Cappellina del Monastero di Monza, con l’indimenticabile insegnamento che fece Suor Gloria sulla “Centralità dell’Eucaristia e di Maria per Rete di Luce”.L’opera di Mauro è stata preziosa; crebbe la Comunità di Trieste, che nell’ottobre ’98 fece la Consacrazione nella Verità (adesione completa alla Volontà di Dio per servire l’Unità) e diventò “Rete di Luce” nel dicembre dello stesso anno. Mauro, nel gennaio del ’99, divenne a tutti gli effetti Missionario itinerante a tempo pieno, percorrendo l’Italia e portando la Missionarietà dell’Unità sino agli estremi confini della Penisola.Come una persona cieca potesse viaggiare col suo cane guida, Zorba, con borse, valigie, computer portatile, stampante e fax in giro per la Penisola, diviene il simbolo stesso della Missionarietà di “Rete di Luce”.Questa Vocazione, da sempre, ha espresso la capacità di Dio di prendere ciò che è impossibile, debole, disprezzato, per farlo divenire veicolo della Sua Potenza. In Mauro questo era evidente; egli, infatti, riusciva a trasmettere questa forza dello Spirito in atto divenendo, da infermo della luce, portatore della Luce di Dio. Il lavoro missionario di Mauro ha avuto risultati sorprendenti: ci vorrebbero libri per raccontare tutte le situazioni e le modalità con cui il Signore lo ha guidato. Dalla sua azione sono così nate le Reti di Scilla e Bagnara, in Calabria, che nell’ottobre ’99 fecero la Consacrazione nella Verità e, negli ultimi giorni dell’anno, la Fondazione. Per queste due Reti va fatta una menzione particolare, perché sono state le prime a nascere come realtà Parrocchiali, con l’interessamento di Don Mimmo di Scilla, al quale va tutto il nostro ringraziamento per la sensibilità dimostrata nei nostri confronti. Rete di luce a Scilla nascere dall'incontro della sofferenza in ospedale. Si inizia a pregare ai piedi del letto di Maria Rosa e della nonna di Maria S.   Mauro ci propone (inizialmente eravamo in 4) se volevamo vivere un momento di preghiera settimanale, guidati da don Mimmo .La proposta ci affascinava perchè avvertivamo che stava iniziando una nuova avventura . Il cuore ardeva di un colore che non poteva rimanere imprigionato , ma essere donato. Di li a poco iniziano incontri settimanali di “Cenacolo” (cammino di discernimento) presso la chiesa di S.Giovanni e momenti di adorazione settimanali, Missioni familiari pressa la famiglia di Mimma Pirrotta, Pasqualino e casa mia (Francesco Cimarosa e Pina Vita). Grazie agli insegnamenti di don Mimmo e di Mauro arrivammo al momento decisivo del discernimento e della scelta: Accogliere la chiamata di Dio ad essere strumenti nelle sue mani ,per divenire portatori della sua Unità fino agli estremi confini della sofferenza, essere disposti a servire il suo dolore nel dolore di ogni uomo amando comunque dovunque e chiunque.Ognuna  Rete è autonoma ed esperimenta di continuo la capacità che l’Amore di Dio ha di unire i cuori. È d’altra parte è certo che siamo e saremo avversati in ogni modo da colui che è divisore da sempre, ma la memoria di ciò che Dio ha compiuto ci dice e ci dirà sempre che, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, l’Unione dei cuori è possibile, perché Dio, per Misericordia, può donarla a tutti noi.
Quante cose si potrebbero aggiungere a quanto descritto in questa breve storia della Comunità, tutte meritevoli di menzione, ma nel concludere vorrei sottolineare due aspetti della Vocazione che il Signore ci ha posto nel Cuore.
La prima è il coinvolgimento che questa Vocazione produce nella nostra vita, nel nostro quotidiano. Non è solo un modo per vivere, in pienezza, il rapporto con Dio nella Chiesa, ma è la linfa stessa che sorregge il nostro essere Uomini e Donne. Questa Vocazione non ci ha “Separati dal Mondo”, ma ci ha resi “Responsabili nei confronti del mondo”, anzi, ci ha indicato che il mondo deve essere amato e governato da coloro che sono amati da Dio, e che la Vita ci è stata data per essere usata in favore di tutti.La Coppia umana e la Famiglia in particolare, devono assumersi la responsabilità di condurre la Storia, smettendo di delegare ad altri quello che Essi, in prima persona, debbono compiere. L’Unità che Dio ha impresso nel nostro cuore, quindi, si è trasformata in impulso irrefrenabile a costruire “La Città di Dio” a partire dalla nostra casa, trasformandola, da semplice luogo di vita a due con l’aggiunta dei figli, in una “Casa della Luce”, centro di irradiamento dell’Amore di cui Dio, per primo, ci ha fatto dono. La nostra, la mia Casa può e deve diventare “Luogo di Preghiera”, “Luogo di condivisione dell’Uguaglianza di tutti gli uomini” ed “Impresa al servizio del bene di tutti”.Il secondo aspetto, in realtà, è un riconoscimento del ruolo che Madre Maddalena dell’Incarnazione ha avuto nella vita del nostro fondatore (Michele), nella vita di Suor Gloria, in quanto Adoratrice, e nella vita di tutta la Comunità.Noi questa sua Spiritualità l’abbiamo recepita, il termine è il più appropriato, adorando l’Eucaristia . Solo in un secondo tempo ci siamo resi conto che quello che avevamo nel cuore era esattamente il pensiero che la Madre aveva sempre avuto per i Laici Adoratori che lei sognava e per cui ha dato l’esistenza.Noi, con tanta umiltà, vogliamo cogliere e raccogliere questa sua Volontà per costruire, secondo quello che il Signore ci concederà, quella Società che lei desiderava: Uomini e Donne capaci di adorare, di amare e di servire Dio nel ricreare la Terra ad immagine e somiglianza dell’Amore che Gesù Eucaristico ci dona da sempre.

All'interno del cammino di Rete di luce sono nate le vocazioni di Marina e Teodora.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 11:24 )

 
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