• Il lettore, uomo o donna, fa parte nell'assemblea liturgica degli «uffici particolari» (introd. al Messale, n. 65ss), che sono «un vero ministero liturgico» (SC 29). Egli «è istituito per proclamare le letture della sacra Scrittura, eccetto il vangelo; può anche proporre le intenzioni della preghiera universale e, in mancanza del salmista, recitare il salmo interlezionale» (introd. al Messale, n. 66).

  • Che il lettore non agisca su delega, ma in qualità di «laico» eserciti un «proprio compito», è confermato dall'esplicito rilievo ch'egli deve svolgere anche se sono presenti un sacerdote e un diacono (ivi, n. 66, cfr. anche n. 34). Ciò vale, per esempio, anche quando l'eucaristia viene concelebrata da più sacerdoti. L'abilitazione a svolgere il proprio compito egli la riceve fondamentalmente dai sacramenti dell'iniziazione cristiana e dell'incorporazione nella Chiesa. Ogni cristiano battezzato e confermato contribuisce a ogni celebrazione liturgica, perché partecipa al sacerdozio universale di tutti i fedeli. L'«ufficio particolare» allude alla partecipazione piena, cosciente e attiva di tutta l'assemblea cultuale e la promuove. L'ufficio del lettore mette anche in luce il dovere di tutti i membri del popolo di Dio di dedicarsi alla evangelizzazione, alla predicazione e alla testimonianza del messaggio della salvezza.

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 21 Giugno 2010 10:37 )