Adoratori Portale virtuale della Parrocchia di Scilla e Favazzina http://www.parrocchiascilla.it/joomla/adoratori/ Sun, 15 Jun 2025 10:28:39 +0000 Joomla! 1.5 - Open Source Content Management it-it Giornata Adoratori 2015 http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/giornata-adoratori-2015 http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/giornata-adoratori-2015 alt

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Attività AEP Sun, 31 May 2015 02:20:58 +0000
Offri una Lampada Sempre Accesa http://www.parrocchiascilla.it/joomla/iscrizioni/offri-una-lampada-sempre-accesa http://www.parrocchiascilla.it/joomla/iscrizioni/offri-una-lampada-sempre-accesa Scarica la scheda di iscrizione e inviala compilata a info@parrocchiascilla.it

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Iscrizioni Thu, 02 Oct 2014 09:45:08 +0000
Regala a Gesu' un'ora della tua Settimana http://www.parrocchiascilla.it/joomla/iscrizioni/regala-a-gesu-unora-della-tua-settimana http://www.parrocchiascilla.it/joomla/iscrizioni/regala-a-gesu-unora-della-tua-settimana Scarica la scheda di iscrizione e inviala compilata a info@parrocchiascilla.it

 

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Iscrizioni Wed, 07 Aug 2013 05:46:16 +0000
VI Anniversario Adorazione Eucaristica Perpetua - Saluto del Parroco http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/vi-anniversario-adorazione-eucaristica-perpetua-saluto-del-parroco http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/vi-anniversario-adorazione-eucaristica-perpetua-saluto-del-parroco Eccellenza Reverentissima,

le siamo veramente grati per aver accolto il nostro invito a condividere con noi, proprio nell’Anno della Fede, il VI Anniversario dell’Adorazione Eucaristica Perpetua.

Noi crediamo che questo inestimabile dono, unico in Calabria e tra i pochi in tutta Italia, possa umilmente considerarsi una pietra miliare della sua missione, Eccellenza, in questa nostra terra.  

Tutte le volte che si celebra in questa chiesa, alzando gli occhi si vede rappresentata l’adorazione dell’Agnello raccontata oggi nel libro dell’Apocalisse. Allora il nostro pensiero inevitabilmente va all’Adorazione Eucaristica Perpetua che, giustamente, possiamo considerare una vera e propria “palestra di santità” 

Il Santo Padre nella lettera apostolica Porta fidei richiamava l’intimo legame tra la Chiesa e l’Eucaristia: «Sarà un'occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell'Eucaristia, che è "il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia"» (Porta fidei, 9).

Questo legame appare ancora più evidente qui a Scilla per i due eventi che si intrecciano in quest’anno: il VI anniversario dell’AEP e la benedizione – a breve – della campana maggiore di questo Duomo, già rifusa proprio all’apertura del Concilio Vaticano II e consacrata dal suo predecessore il Servo di Dio Mons.Giovanni Ferro.

Mi consenta eccellenza – proprio per il coincidere di questi segni di grazia – di augurarle a nome di questa comunità, nella solennità di Tutti i Santi, un fruttuoso cammino di santità e di fecondità nello Spirito.

 

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Attività AEP Thu, 01 Nov 2012 11:56:01 +0000
V Anniversario Adorazione Eucaristica Perpetua http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/v-anniversario-adorazione-eucaristica-perpetua-a-scilla http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/v-anniversario-adorazione-eucaristica-perpetua-a-scilla alt

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Attività AEP Mon, 17 Oct 2011 05:06:24 +0000
Udienza Generale nel V Anniversario dell'AEP http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/udienza-generale-nel-v-anniversario-dellaep http://www.parrocchiascilla.it/joomla/attivita-aep/udienza-generale-nel-v-anniversario-dellaep

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Attività AEP Tue, 24 May 2011 23:30:19 +0000
Il Senso dell'Adorazione http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/il-senso-delladorazione http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/il-senso-delladorazione  

Noi Cristiani riconosciamo che solo Dio è degno della nostra Adorazione e ne da conferma l’Apostolo Giovanni quando, nel Libro dell’Apocalisse al capitolo 4 scrive: «Tu sei degno, o Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose e par la tua volontà sussistono».

 

 

Per capire più in profondità il senso dell’Adorazione, riflettiamo sull’etimologia del termine, facendoci guidare dalle stupende parole pronunciate dal Santo Padre Benedetto XVI lo scorso 13 Marzo 2009: «La parola greca “proskýnesis” indica il gesto di sottomissione, il riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di seguire. La parola latina “adoratio”, invece, denota il contatto fisico, il bacio, l’abbraccio, che è implicito nell’idea di amore. L’aspetto della sottomissione prevede un rapporto d’unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore. Infatti, nell’Eucaristia l’adorazione deve diventare unione: unione col Signore vivente e poi col suo Corpo mistico».

 

 

 

Da ciò si denota che l’Adorazione implica un’immensa venerazione nei confronti di Dio, dalla quale scaturisce un profondo senso di sottomissione e di rispetto; l’Adorazione diventa dunque motivo di gioia e occasione privilegiata per conoscere il nostro Signore ed intrattenersi in dialogo con Lui, al fine di instaurare una relazione intima che preveda un culto di Adorazione non occasionale ma assiduo.

L’uomo è per sua natura una creatura adorante” del Creatore, perchè proiettato e aperto al Trascendete, al Soprannaturale.

 

 

Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento troviamo infatti dimostrazioni di come Dio desidera instaurare, rinnovare o mantenere patti d’alleanza con le sue creature. Ne è l’esempio l’Apostolo Giovanni che, nel suo Vangelo, ci propone la scena dell’incontro tra Gesù e la donna Samaritana, come emblema di questa antica e nuova Alleanza stipulata tra l’uomo e Dio stesso.

In questo episodio Gesù manifesta la volontà del Padre di essere adorato in “Spirito e Verità” perché “il Padre cerca tali Adoratori; Dio è spirito, e quelli che Lo adorano devono adorarlo in Spirito e Verità”. In queste poche parole è racchiuso il vero ed unico senso della nostra vocazione: Adorare Dio sopra ogni cosa, perché solo a Lui spetta tale dignità.

 

 

Gesù porta la donna a prendere coscienza della sua vera vocazione, tanto da annullare la problematica del luogo, perché Gesù stesso afferma l’universalismo: non è più importante dove adorare, quello che diventa importante è Adorare Dio.

Il realismo con il quale l’episodio è narrato dall’evangelista è una perfetta illustrazione del significato del prologo giovanneo (Gv 1,14). «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Quella Parola, presente col creatore fin dai primordi (cfr. Prov 8) e discesa sulla terra (cfr Sir 24,22), è il Figlio di Dio entrato nel tempo degli uomini sotto forma di uomo.

Egli è l’uomo che, chiedendo acqua per dissetarsi, è capace di offrirne a sua volta: Egli offre un’acqua che non si esaurirà mai me che è sorgente di vita eterna (Gv 4,10-14).

 

La Samaritana alla richiesta del Cristo di bere, è perplessa: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.Gli occhi penetranti del Cristo, entrano nell’animo della donna peccatrice: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Sono io che ti parlo: il Messia», e così avviene la conversione della donna.

Con questa solenne proclamazione messianica, Gesù dichiara di essere Colui che compie le attese dei Samaritani e quindi anche le nostre! Egli è il Profeta, il Rivelatore, il Restauratore del vero culto!

Come prima dell’arrivo della donna i discepoli si erano recati in città, così ora, al ritorno di essi, è la donna stessa che se ne va. La samaritana va a portare l’annuncio di Gesù ai suoi concittadini: un annuncio fatto di speranza, di vita, di novità.

 

 

La Samaritana ha fatto proprio questo: si è lasciata trasformare, ha riconosciuto in Gesù il suo Signore; a lui ha chiesto l’acqua che disseta la sete di essere amati; si è dissetata restando alla sua Presenza e ascoltando la sua Voce;

Lo Spirito, che l’ha ormai pervasa, la spinge a riconoscere il suo Maestro e ad annunciare a tutto il suo popolo questa grande novità senza temere giudizi o derisioni.

Mariella Laganà, Giuseppe Fava, Lucrezia Pontillo

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Cos'è l'AEP Mon, 24 Aug 2009 11:34:27 +0000
Come Adorare http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/come-adorare http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/come-adorare  


L’Adorazione è il ponte stabilito da Dio per comunicare con il suo popolo. Infatti, tramite tale atto, crea una relazione con gli uomini, in modo che chi riesce davvero ad incontrarlo possa trasmettere il suo amore agli altri, realizzando così una continua ed incessante preghiera di “Lode e Adorazione”. Questo suo immenso amore viene percepito grazie all’azione dello Spirito Santo effuso in noi, che ci trasforma, rendendo la nostra vita un continuo rendimento di grazie.

 

 

Grazie all’Iincarnazione di Gesù, alla sua vita, morte, risurrezione e ascensione, Dio Padre si è fatto conoscere e con lo Spirito Santo ha confermato e reso efficace la potenza di suo Figlio, di questo amore trinitario e infinito verso l’uomo.

Ciascuno di noi facendo la volontà di Dio, si deve anche impegnare nella realizzazione del suo regno Eucaristico sulla terra.

 

 

Il salmo 30,12 porta in se il principio della ”relazione personale” che è la base da cui Dio opera: "Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia, perché io possa cantare senza posa. Signore, mio Dio, ti loderò per sempre".

E ancora San Paolo nella lettera agli Efesini al capitolo 5,20 dice: "Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo".


Più della lode


L'Adorazione non è soltanto lode e ringraziamento. Questi sono atti computi principalmente con le parole, infatti: "Offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode, ovvero, il frutto delle labbra che confessano il suo nome!" (Ebrei 13:15).

Gli antropologi hanno notato come la gente, in ogni cultura, istintivamente adori qualcosa. Questo è un desiderio universale, con il quale Dio ha intessuto ciascuna fibra del nostro essere, un desiderio innato di avere una relazione con Lui!

L'Adorazione, è un atteggiamento di Spirito. La parola greca "adorare", proskuneo, ed anche la corrispondente parola ebraica, tradotte, significano letteralmente "prostrarsi davanti a qualcuno, baciargli i piedi". Ed è proprio cosí che viene riportato, per esempio, nel Vangelo di Marco 5,6 e Giovanni 9,38: "gli si prostrò davanti".

 

 

Nella tradizione, questo gesto di sottomissione, era esternato soltanto col corpo nei confronti degli imperatori e di qualche generale vittorioso, solo per paura o obbligo.

Gesù, invece, cerca un altro tipo di adoratori: "I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede".


Queste due affermazioni di Gesù spiegano il tipo di adorazione che piace a Dio:


1. L'Adorazione che piace a Dio è basata sulle Scritture

"Adoreranno ... in verità". Noi dobbiamo adorare Dio così come è veramente rivelato nella Bibbia; ogni altra cosa è “idolatria”. Non possiamo crearci la nostra immagine di Dio ("mi piace pensare che Dio sia…") ed adorare quella.

 

 

La vera Adorazione è radicata nella Parola; è basata sulla verità, non sulla nostra immaginazione. Più si conosce la Bibbia, più si capisce le verità su Dio, particolarmente la sua grazia; questo non potrà lasciarci indifferenti e così impariamo ad adorare in maniera appassionata!


2. L'Adorazione che piace a Dio viene dal cuore

"Adoreranno ... in spirito". Noi non siamo fatti soltanto di corpo, ma soprattutto di spirito, donatoci da Dio per comunicare con Lui. L'Adorazione è il dialogo tra il nostro spirito e lo Spirito di Dio, che si esprime con gemiti inesprimibili. Solo con questa sua presenza riconosciamo che Gesù è il Signore della nostra vita.

 

 

I veri adoratori, cioè quelli che il Padre cerca, sono coloro che si prostrano davanti a Lui e baciandogli i piedi Lo riconoscono come Re e Sovrano della loro vita, mettendosi interamente a Sua disposizione e consegnando tutta la loro esistenza. Giurano di servirlo fedelmente, di rispondere ad ogni Sua chiamata, di ubbidire alla Sua volontà e di combattere nel Suo esercito.

E questo lo fanno non solo simbolicamente, oppure ogni tanto, ma "in spirito e verità”: col cuore e con l'atteggiamento interiore, senza riserve e ipocrisie, sinceramente e per sempre.

Il Salmo 95 rende più chiaro questo concetto: "Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al Signore, che ci ha creati! Poiché Egli è il nostro Dio, e noi siamo il popolo di cui ha cura, e il gregge che la sua mano conduce" (vv. 6-7).

Mariella Laganà, Giuseppe Fava

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Cos'è l'AEP Mon, 24 Aug 2009 11:33:47 +0000
Espressioni dell’Adorazione http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/espressioni-dell-adorazione http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/espressioni-dell-adorazione L’Adorazione Eucaristica, pur essendo fondamentalmente un atteggiamento interiore, in “spirito e verità”, include anche specifiche espressioni e manifestazioni esteriori. Così come esistono delle modalità per esternare i sentimenti di amore, che però non sono l’amore stesso, in egual maniera, anche l’Adorazione prevede specifici atti e segni esteriori. Perché tutto ciò possa avvenire bisogna lasciarsi plasmare dall’azione dello Spirito Santo, maestro e guida nella preghiera, che una volta in noi intercede presso Dio “con gemiti inesprimibili” permettendoci di entrare in dialogo e in intimità con Lui.

 

 

Ce lo ricorda bene San Paolo nella sua Lettera ai Romani, quando scrive: «Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio». Il primo passo da compiere è dunque quello di affidarsi allo Spirito di Dio perché, come insegna il Servo di Dio Giovanni Paolo II nell’Enciclica "Dominum et Vivificantem", Egli è il parákletos che vuol dire appunto «consolatore», o anche «intercessore»: lo Spirito Santo intercede presso Dio ed è pertanto nostro avvocato.

 

 

Fatta questa premessa passiamo alla rassegna di alcune, tra le tante, manifestazioni o espressioni dell’Adorazione:

 

Acclamare → “Acclamate al Signore, voi tutti della terra, […] presentatevi a lui con esultanza” proclama il Salmo 100. In questo atteggiamento di giubilo possiamo rintracciare quello dei bambini piccoli quando ricevono un regalo ed esultano per la gioia.

 

 

Gesù stesso, nel Vangelo, dice che bisogna diventare proprio come i fanciulli per poter entrare nel Regno di Dio; sul loro esempio, anche noi, quando adoriamo l'Eucaristia, possiamo e dobbiamo, esultare di giubilo e acclamare a Lui per la gioia della sua Presenza, rendendoGli tributo di Lode come a Lui solo spetta.

 

 

Quest’atteggiamento di esultanza lo possiamo individuare anche in Santa Elisabetta al momento della Visita da parte della cugina Maria, che già portava in grembo il piccolo Gesù; come riporta il Vangelo di Luca, Elisabetta, avvertita la Presenza del Signore e colma di Spirito Santo, esclama a gran voce: “Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”.

 

 

Battere le mani “Applaudite, popoli tutti” dice il Salmo 47. Applaudiamo al Signore, riconosciamoLo come Re e Signore della nostra vita.

Il battito delle mani non deve solo essere un accompagnamento ritmico alla canzone, ma un vero e proprio applauso ed acclamazione di gioia per il Signore, per il Grande Re, Vincitore sul peccato e sulla morte.

Oggi siamo soliti applaudire a personaggi famosi, o a miti dello spettacolo e della televisione. Perché non applaudire al nostro Signore? Forse Lui è meno degno di tanta acclamazione? No, affatto! Basti pensare al suo sacrificio sulla croce che ci ha ottenuto la redenzione a prezzo del suo Sangue. Quanto amore per noi uomini…

 

 

Cantare → Nella Bibbia vi sono molti esempi di canti e inni di lode rivolti a Dio, esempio emblematico sono i Salmi del re Davide che, da sempre, hanno contribuito ad alimentare la preghiera sia individuale che liturgica e comunitaria della Chiesa: “Cantate al Signore un cantico nuovo” e ancora “Voglio cantare inni a te, o Signore” recitano i Salmi 149 e 101.

 

 

San’Agostino era solito dire che “chi prega con il canto, prega due volte”; continua però dicendo che “Se canterai solo con la voce, a un certo momento dovrai tacere: canta invece con la vita, affinché mai debba tacere”.

 

 

A Dio piace la musica e il canto, li ha creati Lui: è bello dar lode al Signore inneggiando a Lui, cosa ancor più bella è realizzare noi stessi cantici e inni perché non è importante la qualità artistica bensì il contenuto.

 

 

Danzare → “Lodalelo con danze” ci esorta il Salmo 150. La danza è un’altra importante espressione della preghiera di Adorazione; questa racchiude tutti quei segni e movimenti del corpo finalizzati a manifestare la gioia di appartenerGli e la Lode per la Sua Presenza.

Questo atteggiamento lo possiamo ritrovare anche nel Secondo Libro di Samuele, dove l’autore racconta che il giovane “Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore”.

 

 

È, ancora una volta, lo Spirito di Dio, venuto a dimorare in noi, che ci permette di fare del nostro corpo uno strumento eletto per la preghiera ed in particolare un mezzo scelto per la Lode. Una famosa canzone dice così: “Danzerò per te Signore, Dio della mia vita; Danzerò per te Signore, Dio della mia lode”.

 

 

Lodare → Il lodare è un atteggiamento eminentemente verbale; per lodare qualcuno si intende elogiare, riconoscerne le virtù e i meriti. Nella Sacra Scrittura vi sono molti passi nei quali questo atteggiamento è accostato con quello del “Benedire”, ovvero "Dire Bene" di qualcuno.

Il Salmo 34 recita così: “Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode” e ancora il Salmo 66 “Date a Lui splendida lode”.La Preghiera di Lode è la forma più pura di preghiera perché sgorga dal cuore stesso dall’uomo ed è un comunicare con Dio, per mezzo dello Spirito Santo che scende su di noi e ci unisce in quell’Amore, unico e meraviglioso, della Santissima Trinità.

 

 

Espressione molto comune di questa tipologia di preghiera è quella di alzare le braccia e rivolgerle verso Gesù Eucaristia per indicare l’abbandono fiducioso a Lui. Si loda Dio per quello che "è" e per quello che "fa".

 

 

I primi cristiani, quando pregavano, alzavano le braccia al cielo in segno di lode, quasi volessero dire al Padre Celeste: “Papà prendimi” come fa appunto un bambino che alza le braccia verso il padre affinché lo stringa a sè; lo stesso avviene con Dio. Ne sono un esempio concreto le raffigurazioni ritrovate nelle Catacombe di Priscilla, presso il monastero delle Suore Benedettine di Priscilla.

 

 

Questo importante sito archeologico ospita anche i resti della sepoltura di numerosi martiri dell’antichità, tanto da essere denominato “Regina delle Catacombe”.

 

 

Prostrarsi → Quando siamo davanti a Gesù Eucarestia ci prostriamo innanzi: questo atteggiamento è una reazione spontanea e istintiva alla Sua Presenza gloriosa.

Inginocchiarci davanti alla sua Maestà infinita significa riconoscere la Sua Santità, esprimerGli la nostra sottomissione, tributarGli il nostro umile omaggio e dichiarare la sua Grandezza e Sovranità. Significativo è l’episodio della Trasfigurazione, narrato dai primi tre Evangelisti, in particolare è Matteo che racconta l’evento minuziosamente: “il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”; alla Sua vista gli Apostoli caddero a terra esterefatti per tanta bellezza.

 

 

Il Profeta Ezechiele, nel suo Libro, racconta una personale esperienza accadutagli alla visione del Signore: “Il suo aspetto era simile a quello dell'arcobaleno. Quando lo vidi, caddi con la faccia a terra”.

 

 

Anche l’Apostolo Giovanni, durante una visione narrata nel Libro dell’Apocalisse, racconta di essere caduto con la faccia a terra alla Sua Presenza, tanto era raggiante il suo Volto: “Il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi".

 

 

Servire Per i “Veri Adoratori” l’esperienza dell’Adorazione deve tradursi in servizio umile e concreto ai fratelli, tenendo ben presente che non può esserci "vera" carità nei confronti del prossimo se prima non si antepone la carità e l’Amore nei confronti di Dio.

 

 

Lo ricorda Gesù stesso nel vangelo di Marco, quando, alla richiesta degli scribi circa i comandamenti da osservare, risponde così: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso».

 

 

La carità fraterna può e deve scaturire necessariamente dalla carità divina. Stando in Adorazione davanti a Gesù Eucaristia, alla Scuola di Lui, Servo obbediente per Amore, anche noi diveniamo umili servitori per i nostri fratelli, ovvero piccole ostie spezzate per amor Suo e dei fratelli.

 

 

Stare nel Silenzio → Il Profeta Abacuc afferma “Il Signore risiede nel suo santo tempio. Faccia silenzio, davanti a lui, tutta la terra!”.

Alla Presenza di Gesù Eucaristia, nei momenti di Adorazione, è importante ritagliare anche degli spazi di silenzio; anzitutto dobbiamo creare silenzio “dentro di noi”, silenzio nel “tempio del cuore” perché possa esserci “vuoto” in noi per riempirci di Lui”.

 

 

Il silenzio ci permette di abbandonare tutte quelle preoccupazioni e inquietudini del mondo che ci appesantiscono e non ci consentono di entrare in intima relazione con Lui. Occorre che la nostra mente sia sgombra, che il nostro cuore sia libero affinché possiamo prestare ascolto alla Sua Voce che ci parla.

 

 

Egli ci parla attraverso la Sua Parola che ha bisogno di essere meditata, contemplata e assaporata perché dietro ogni termine è celato un profondo significato che, se compreso alla Luce dello Spirito, e ben interpretato, diventa occasione di discernimento.

Emilio Bellantoni, Lucrezia Pontillo
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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Cos'è l'AEP Mon, 24 Aug 2009 11:32:52 +0000
Adorare con Maria http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/adorare-con-maria http://www.parrocchiascilla.it/joomla/cose-laep/adorare-con-maria  

Alla Scuola di Maria

 

 

Adorare come Maria

 

 

È appena iniziato il mese di maggio, mese che per eccellenza è dedicato alla Vergine Maria: quale regalo più bello, rosa più profumata e gradita da offrirle se non quella di Adorare come Lei e con Lei suo Figlio?

 

 

Maria è stata, sin dall’inizio, la prima Adoratrice di Gesù e lo ha dimostrato in ogni istante della sua vita; doveva essere così secondo il progetto di Dio: un cuore Puro e Immacolato, ardente d’amore doveva rendere il primo omaggio al Re dei re.

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 2,38) e, subito, il Verbo prese dimora in Maria come riporta Giovanni: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv,1,14).

 

 

Il grembo di una giovane ragazza diventa Tempio e Tabernacolo dell’Altissimo: Maria custodì nel suo “ventre verginale” il suo Figlio e suo Creatore, Gli rese omaggio e onore, magnificò con la sua anima e con tutto il suo essere quel Gesù che, con tanta trepidazione, aveva desiderato.

Il Verbo di Dio, fattosi carne in lei, "ostensorio vivente", ne imprime i tratti, ne santifica ogni fibra e diventa così un tutt’uno col Cuore Immacolato della Madre! Benedetto il ventre che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!

Maria portò la gioia della Presenza di Gesù in Lei, recandosi dall’anziana parente e l’evangelista Luca narra questa sua Missionarietà Eucaristica con tanto realismo che ci pare di avere dinnanzi la scena: «In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,39-45).

 

 

Lo stesso Spirito Santo che ha reso fecondo, con la “sua delicata ombra, il grembo verginale di Lei, ora permette che Elisabetta riconosca in Maria la Madre del suo Signore e fa esultare di gioia il piccolo Giovanni che magnifica Dio per tanta elezione. Anche San Paolo ci ricorda che solo sotto l’azione dello Spirito Santo si può dire ”Gesù è il Signore!”.

Maria è la prima ad adorare Gesù con Giuseppe a Betlemme ed è proprio Lei a presentarlo e offrirlo ai primi adoratori giunti lì per renderne omaggio: «Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,3.11).

 

 

Ma l’Adorazione di Maria rivela il suo apice nella sua ineguagliabile eccellenza: ai piedi del Tabernacolo!

Maria passa i giorni e le notti ai piedi della divina Eucaristia: è la sua dimora prediletta; di fronte alla Maestà del Figlio, annullato nel Santissimo Sacramento, anche Lei vuole scomparire, vuole diventare un tutt’uno con il Figlio suo e tributarGli tutte le lodi e gli omaggi che Merita.

Tutto in Lei diventava Adorazione: il suo corpo, i suoi atteggiamenti, i teneri sguardi, le dolci carezze che sfioravano il viso del piccolo Gesù. Maria stava sempre inginocchiata o aveva le mani giunte o incrociate sul petto in segno di rispetto profondo verso quel Figlio tanto amato, ora “prigioniero d’amore” nella Divina Eucaristia.

 

 

Seguì sempre, con la sua discreta e umile presenza, ogni passo del Figlio e come dice l’evangelista Luca: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.

Quale gioia indicibile e quanta riconoscenza quando il Figlio svela alla Madre che, durante l’Ultima Cena, avrebbe istituito, con il suo Sacratissimo Corpo e Sangue, il e avrebbe perpetuato così la sua presenza in mezzo a noi, fino alla fine dei tempi.

 

 

Maria, nel Cenacolo con gli Apostoli, alla vista di quel Dio, annullato per amore, sino all’apparenza di un umile pezzo di pane, era stracolma di sentimenti di riconoscenza e gratitudine.

Il suo cuore ardeva d’amore al cospetto dell’Ostia Santa, non riusciva a contenere tanta felicità che avrebbe voluto annientarsi ai suoi piedi.

Lodava, benediceva e glorificava, con tutta l’anima, il Sacratissimo Cuore del Figlio, che aveva reso presente, dinanzi i suoi occhi, lo splendore dell’amore divino; lacrime di tenerezza e di letizia grondavano dai suoi occhi e solcavano il suo dolce viso.

Maria come esempio di adoratrice ci svela e insegna la sua Adorazione: profonda, rispettosa, traboccante d’amore, interiore ed esteriore, che prepara e anticipa, ad ogni anima, il compito angelico dell’adorare.

 

 

Adori come se Gesù Lo si vede e Lo si può toccare; la fede viva tocca, abbraccia, sente; ogni adoratore mediti questo immenso dono facendo proprie le virtù e le lodi perfette di Maria.

Facendo così l’adoratore prenderà Maria come modello e protettrice; l’onorerà e l’amerà come la Regina del Cenacolo e la Madre degli Adoratori: titoli fra i più cari al suo Cuore e i più gloriosi per Gesù.

Maria ci invita con amore ad attingere alla fonte della vita, alla sorgente della pace: il Tabernacolo “APERTO”. È qui infatti, giorno dopo giorno, ora dopo ora, che le anime trovano refrigerio, consolazione, pace, slancio per amare e balsamo per guarire le ferite del cuore.

 

 

Gesù stesso, a molte mistiche, ha confessato e continua a farlo, di sentirsi in carcere quando il tabernacolo rimane chiuso o quando nessuno va a trovarlo: ”Sono un Prigioniero d’amore” - dice - ricordandoci quale e quanta grazia ed elezione nel poterlo avere liberato, in questa Parrocchia, per l’eternità!

Giuseppe Fava

 

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doncuzzocrea@alice.it (Parroco) Cos'è l'AEP Mon, 24 Aug 2009 11:32:06 +0000